La finestra sul mondo. In questi tempi di clausura la televisione è il solo moído per «uscire» di casa. Ed è ovvio che il numero delle persone che si incollano allo schermo sia cresciuto in maniera esponenziale così come le ore passate a guardarlo. Ma leggere i dati Auditel a conclusione del primo mese di «prigionia», cominciato con quel surreale weekend del decreto governativo di chiusura della Lombardia dell'8 marzo, fa impressione. Lo studio è stato elaborato dalla direzione marketing della Rai e prende in considerazione le quattro settimane 9 marzo-5 aprile in confronto allo stesso periodo dello scorso anno. I risultati più eclatanti: la platea è aumentata di ben il 40 per cento. A beneficiarne, come numero di spettatori, sono stati tutti i canali, ma lo share (cioè come si distribuisce la platea in un determinato orario) mostra chiaramente che il pubblico si è spostato, in percentuale, di più sulle reti tematiche, per cercare film, serie, documentari e sulle reti di informazione. Ovviamente la leadership resta alla Rai, seguita da a Mediaset. Ma vediamo il report nei dettagli e, soprattutto, analizziamo cosa significhi per il futuro della tv.
Pensate che nell'intera giornata il numero (in media) degli spettatori è passato da 10 a 14 milioni e mezzo. In prime time, cioè nella fascia oraria più affollata, da 25 a 30 milioni 876 mila. Significa che metà degli italiani passa la serata davanti alla tv. Fa ancora più riflettere il tempo (sempre in media) che la gente trascorre con l'apparecchio acceso: ben 7 ore e 23 minuti al giorno. Un dato esorbitante. Ancor più se si considera che, in percentuale, gli incrementi più marcati riguardano bambini e ragazzi. Numeri che gettano sulle spalle dei produttori e dirigenti una responsabilità enorme, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che saranno forgiate dai programmi di questo periodo. «L'emergenza ha cambiato molto il pubblico - spiega Roberto Nepote, responsabile marketing Rai che ha elaborato la ricerca - Ha acquisito una grande consapevolezza, è andato alla ricerca di un'informazione più precisa per districarsi nel mare di fake news e di notizie confuse, si è creato un proprio palinsesto quotidiano». Insomma, dopo il Covid nulla sarà più come prima. «La gente chiede affidabilità, trasparenza, chiarezza, risposte precise alle domande. E tutta la tv si dovrà adeguare. Per questo è ancora più importante, per noi della Rai, il Qualitel che misura il gradimento dei programmi: e il panel (25.000 persone sondate a rotazione), per quanto riguarda l'informazione ci assegna un voto superiore a 8».
Consideriamo ora le scelte del pubblico. La tv di Stato, come numero di spettatori, segna nell'intera giornata l'incremento maggiore: un milione e mezzo. Mediaset: più 1.274.000. Gruppo Discovery: più 360.000. Sky: più 156.000. Canali Cairo: più 224.000. Ma, considerando lo share, si registra una flessione di Rai, Mediaset e Sky. Significa che gli spettatori, oltre a riversarsi sui canali maggiori, hanno cercato anche altro, in misura maggiore rispetto allo scorso anno. In particolare La7 per quanto riguarda l'informazione (più 0,3 per cento), il gruppo Discovery (più 0,6 per cento) e le «altre tv» (più 1,2 per cento). L'universo Sky patisce ovviamente la mancanza del calcio, mentre Raidue arretra per effetto del palinsesto modificato in favore dei bambini. In particolare, salgono Italia 1 (grazie a Harry Potter) e Tv2000 (grazie al Papa).
«Si è registrata una grande frammentazione degli ascolti - riflette ancora Nepote - anche come conseguenza dell'utilizzo dei doppi o tripli televisori. Inoltre, dopo la fase iniziale di corsa all'informazione, in cui i talk sono stati presi d'assalto, ora la gente si è spostata sui momenti di evasione, soprattutto alla sera, dopo i telegiornali».
I programmi più visti, infatti, oltre alle celebrazioni del Papa che hanno battuto ogni record, i telegiornali (Tg1 in testa) e i talk d'approfondimento, risultano il sempre amatissimo Montalbano, Don Matteo, Bella da morire, C'è posta per te e la nuova fiction Doc (ma qui più che di evasione, c'era la voglia di rassicurazione) con Luca Argentero nelle vesti del medico che realmente è stato primario del pronto soccorso di Codogno. Seguitissimi anche i quiz serali: puro momento di svago.
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