Briatore, il business man che mescola estetica e tv

Su Sky è uno squalo capitalista (e i concorrenti sembrano scelti apposta...). Travaglio ovviamente lo fa a pezzi. Ma il pubblico non si perde una puntata

Flavio Briatore coi partecipanti di "The apprentice"
Flavio Briatore coi partecipanti di "The apprentice"

Nel piccolo mondo della comunicazione nostrana, le caricature, anche le imitazioni, sono la prova della svolta. La presa in giro testimonia il successo, quanto meno la notorietà. Caricature di Flavio Briatore, boss di The Apprentice (Cielo, martedì, ore 21,10) ce ne sono in giro già un paio. La più importante, sdoganamento alla rovescia, è quella di Maurizio Crozza nel Paese delle meraviglie che ha esordito l'altra sera su La7. Crozza-Briatore caccia «fuori» dal suo reality in sequenza Che Guevara, Hitler, persino Amleto, «troppi tentennamenti e il successo non sopporta i dubbi».
Esemplare del berlusconismo doc, nell'estetica briatoriana politica e televisione si fondono alla grande. Qualche giorno fa un retroscena di Ugo Magri su La Stampa ha svelato che Mr Billionnaire potrebbe addirittura essere cooptato nella nuova lista civica berlusconiana. Apriti cielo. Dopo i consigli impartiti durante la vacanza a Malindi e ribaditi in una lunga intervista all'Huffington Post (Silvio, molla. Fai il padre nobile, il regista del nuovo centrodestra con Monti candidato premier), i colonnelli del Pdl hanno alzato il fuoco di sbarramento. Il Foglio di Giuliano Ferrara ha scritto che «il Briatore tv sdogana in società il Briatore da Billionaire (e da lista)». Così, prima che sia troppo tardi, Marco Travaglio gli ha sbarrato la strada, ricordandone il lontanissimo passato.
Nella seconda parodia Gli Sgommati di SkyUno mostrano Flavione mentre esamina i candidati del centrodestra. Eliminato La Russa perché gli ex An «non li voglio», fuori anche Alfano «perché non ha il quid», Daniela Santanché gli ricorda che «sono di Cuneo come te e siamo anche soci in affari»: «Sei dentro!».
A volte, Bersani docet, la parodia funziona più dell'originale, giovandogli. Ma Briatore ci ha già pensato da sé a reinventarsi. The Apprentice, il reality business nel quale seleziona un apprendista per un anno di lavoro in una delle sue aziende, è stata per Mr Billionaire una vera palingenesi. Talmente la sua nuova immagine di squalo capitalista, talmente colorite le sue cazziate ai componenti dell'imbranata dozzina di candidati, che anche le imitazioni più spinte risultano riduttive. Occhialini azzurri, capello bianco boccoluto, babbucce griffate, mise total black, i suoi mantra hanno scalato la classifica dello stracult. Il mitico «sei fuori!» e l'altrettanto paradigmatico «il libro delle scuse ha finito le pagine» sono a pieno titolo nello slang metropolitano, mentre restano irriproducibili altre sparate col marchio di fabbrica. Tipo: «Questi tre insieme non fanno un cervello, bisognerebbe fare le offerte speciali». Una scuola di pensiero ritiene che i concorrenti siano stati scelti saccenti, arrivisti, viscidi e un po' tonti proprio per permettere a Flavione di infierire dando il meglio di sé. I «face to face» tra carnefice e vittima sono disseminati di perle kitsch. «Matteo girati», intima il Boss al 38enne venditore agghindato con cravatta rosa. «C'è qualcosa che non va, Boss?». «Eh sì che c'è. Hai la giacca vista culo. Se ti presenti da me vestito così neanche i cessi ti faccio pulire. Se un giorno vi chiamerete Briatore o Marchione (con una enne) potrete vestirvi come volete, mettervi un pullover. Ora non siete niente...». Oppure: «Come sta andando Alberto?», butta l'amo al commerciante in champagne, collettone slacciato e occhiale oversize. «Sono partito forte». «Come mai sei l'unico ad avere questa impressione?». «Io sono una persona molto emblematica (testuale)». «Sei fuori!». Mr Billionaire ha un fascino plasticoso che lievita con l'impossibilità di capire se ci fa o ci è. Un altro ingrediente è un certo gusto sadico alimentato dalle vendette della giustizia briatoresca. La retorica della gavetta e del farsi il mazzo trionfa sul manierismo dei bamboccioni ambiziosetti e ruffiani anzichenò (esemplare la risposta di Silvia studiosa di lingue, inglese e cinese, che agli headhunters dice di voler fare il loro stesso lavoro).


Martedì prossimo il 38enne Matteo Gatti, quello della «giacca vista culo», e Francesco Menegazzo, freddo trader bancario, si giocheranno il contratto per un anno con stipendio «a sei cifre» nelle aziende del Boss. Ma c'è un pubblico che aspetta la finale come i lettori dispiaciuti di arrivare troppo presto alla fine del loro romanzo di culto.

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