Butler torna a salvare il Presidente in "Attacco al potere 2"
4 Marzo 2016 - 12:25Il sequel fa il suo dovere di prodotto-fotocopia del primo film, ma i momenti d'ironia trash e gli eccessi surreali infastidiscono associati alla minaccia terroristica al centro della trama
Quando nel 2013 uscì il primo "Attacco al potere" non era scontato si trattasse dell'incipit di un franchise di film d'azione, ma i 161 milioni d'incasso raccolti dal titolo in tutto il mondo convinsero i produttori a concedere una seconda avventura, oggi al cinema, all'agente dei servizi segreti Mike Banning. In "Attacco al potere 2 - London Has Fallen", Banning (Gerard Butler) si trova a tentare di salvare il presidente degli Stati Uniti (Aaron Eckhart) durante un complotto terroristico il cui bersaglio è l'eliminazione, in un colpo solo, di tutti i leader mondiali. L'occasione dell'attacco è data dai funerali del Primo ministro britannico, cerimonia che vede riuniti gli uomini più potenti della Terra in un unico luogo: Londra.
Questo secondo episodio riprende pedissequamente le dinamiche di "Attacco al potere - Olympus Has Fallen" ma dà loro un respiro più internazionale. E' un action in puro stile anni '80 ad alto tasso di azione e di tensione, come fu ai tempi la saga di Die Hard. Gerard Butler è in forma e pare divertirsi molto a gigioneggiare nei panni di una specie di immortale: esce incolume non solo da una sequela di esplosioni che devasta tutti i luoghi storici della capitale inglese, ma anche da una processione infinita di scontri a fuoco, esecuzioni a sangue freddo e combattimenti corpo a corpo. Insomma, nello sterminio dei cattivi il suo personaggio oltrepassa il limite della sospensione dell'incredulità, ma fa parte del gioco: siamo pur sempre di fronte ad una pellicola nata come momento di svago collettivo, in cui le iperboliche sequenze fanta-action costituiscono buona parte del divertimento.
Il problema non è tanto nella mancanza di realismo di quanto si vede sullo schermo, ma nel fatto, semmai, che il film non persegua in maniera coerente lo spensierato disimpegno che certe carneficine da B-movie dovrebbero portare in dote. Quello che anni fa poteva essere visto come un mix di fantapolitica e fantascienza, ossia attentati in grado di radere al suolo un'intera metropoli, oggi vengono percepiti come appartenenti non più alla sfera dell'irrealtà ma a quella della possibilità e suonano terribilmente profetici. Non c'è margine per esorcizzare un orrore di cui sentiamo il fiato sul collo, non è più possibile godersi lo spettacolo a cuor leggero, appagati dall'adrenalina generata da disastri frutto di una non meglio precisata minaccia islamica. E' davvero faticoso, quando non disturbante, in alcuni momenti, sposare la doppia anima del film: da un lato quella giocosa, costituita di momenti ipercinetici e battutine ai limiti del parodistico, dall'altro quella che si prende fin troppo sul serio, fatta di esaltata retorica patriottica circa il ruolo egemone degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo. A completare il quadro, una certa povertà di idee, il solito Morgan Freeman sottoutilizzato, dialoghi superficiali, una dicotomia buoni/cattivi tratteggiata in maniera stereotipata e il sopracitato trionfo di esagerazioni.
Ciò detto, "Attacco al potere 2", pur apparendo scontato e simile a decine di altri titoli, fa il suo dovere: intrattenere, appunto, gli spettatori amanti di certi prodotti fotocopia del genere action.
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