Butler torna a salvare il Presidente in "Attacco al potere 2"

Il sequel fa il suo dovere di prodotto-fotocopia del primo film, ma i momenti d'ironia trash e gli eccessi surreali infastidiscono associati alla minaccia terroristica al centro della trama

Butler torna a salvare il Presidente in "Attacco al potere 2"

Quando nel 2013 uscì il primo "Attacco al potere" non era scontato si trattasse dell'incipit di un franchise di film d'azione, ma i 161 milioni d'incasso raccolti dal titolo in tutto il mondo convinsero i produttori a concedere una seconda avventura, oggi al cinema, all'agente dei servizi segreti Mike Banning. In "Attacco al potere 2 - London Has Fallen", Banning (Gerard Butler) si trova a tentare di salvare il presidente degli Stati Uniti (Aaron Eckhart) durante un complotto terroristico il cui bersaglio è l'eliminazione, in un colpo solo, di tutti i leader mondiali. L'occasione dell'attacco è data dai funerali del Primo ministro britannico, cerimonia che vede riuniti gli uomini più potenti della Terra in un unico luogo: Londra.
Questo secondo episodio riprende pedissequamente le dinamiche di "Attacco al potere - Olympus Has Fallen" ma dà loro un respiro più internazionale. E' un action in puro stile anni '80 ad alto tasso di azione e di tensione, come fu ai tempi la saga di Die Hard. Gerard Butler è in forma e pare divertirsi molto a gigioneggiare nei panni di una specie di immortale: esce incolume non solo da una sequela di esplosioni che devasta tutti i luoghi storici della capitale inglese, ma anche da una processione infinita di scontri a fuoco, esecuzioni a sangue freddo e combattimenti corpo a corpo. Insomma, nello sterminio dei cattivi il suo personaggio oltrepassa il limite della sospensione dell'incredulità, ma fa parte del gioco: siamo pur sempre di fronte ad una pellicola nata come momento di svago collettivo, in cui le iperboliche sequenze fanta-action costituiscono buona parte del divertimento.
Il problema non è tanto nella mancanza di realismo di quanto si vede sullo schermo, ma nel fatto, semmai, che il film non persegua in maniera coerente lo spensierato disimpegno che certe carneficine da B-movie dovrebbero portare in dote. Quello che anni fa poteva essere visto come un mix di fantapolitica e fantascienza, ossia attentati in grado di radere al suolo un'intera metropoli, oggi vengono percepiti come appartenenti non più alla sfera dell'irrealtà ma a quella della possibilità e suonano terribilmente profetici. Non c'è margine per esorcizzare un orrore di cui sentiamo il fiato sul collo, non è più possibile godersi lo spettacolo a cuor leggero, appagati dall'adrenalina generata da disastri frutto di una non meglio precisata minaccia islamica. E' davvero faticoso, quando non disturbante, in alcuni momenti, sposare la doppia anima del film: da un lato quella giocosa, costituita di momenti ipercinetici e battutine ai limiti del parodistico, dall'altro quella che si prende fin troppo sul serio, fatta di esaltata retorica patriottica circa il ruolo egemone degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo. A completare il quadro, una certa povertà di idee, il solito Morgan Freeman sottoutilizzato, dialoghi superficiali, una dicotomia buoni/cattivi tratteggiata in maniera stereotipata e il sopracitato trionfo di esagerazioni.


Ciò detto, "Attacco al potere 2", pur apparendo scontato e simile a decine di altri titoli, fa il suo dovere: intrattenere, appunto, gli spettatori amanti di certi prodotti fotocopia del genere action. E' a loro e solo a loro che il film saprà regalare un paio d'ore piacevoli e divertenti con contorno di pop-corn.

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