I rascibile, geniale ma soprattutto imprevedibile: Michelangelo Buonarroti (1475-1564) ha disseminato le sue opere di simboli, molti dei quali ancora da interpretare con chiarezza. Ora guardate bene questo suo disegno, un ritratto dell'amica e poetessa Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, eseguito nel 1525 e conservato al British Museum di Londra: andate all'altezza del braccio e dell'addome della nobildonna e, sul lato sinistro del disegno, vedrete della gambette appena trateggiate.
Appare la sagoma di un uomo piegato, di cui scorgiamo il profilo, che mette il naso dentro al disegno che sta realizzando. Ebbene, stando a un gruppo di ricercatori della Federal University of Health Sciences di Porto Alegre che ha ora pubblicato una dettagliata analisi sulla rivista Clinical Anatomy quel profilo altro non è che un autoritratto, formato mignon e dunque caricaturale, dello stesso Buonarroti.
Non sarebbe la prima volta che Michelangelo lascia la sua firma ironica su un suo lavoro: la piccola sagoma che s'intravede in questo disegno è simile a un'altra autocaricatura trovata tra i versi di un sonetto dedicato all'amico Giovanni da Pistoia in cui l'artista si ritrae in piedi, nell'atto di dipingere la Cappella Sisitina. Stando al professor Deivis de Campos, lo studioso brasiliano a capo del team di ricerca, il dipinto custodito al British Museum potrebbe svelare «informazioni preziose circa lo stato di salute del pittore».
Diciamo che tutto è ancora da capire e da valutare. Di certo c'è il fatto che come spesso accade per i grandi della storia dell'arte le scoperte non finiscono mai: «Si dipinge col cerviello et non con le mani», scriveva del resto il Buonarroti
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