Da «Castle» ai «Muppet» per le fiction Usa è la stagione degli addii

I palinsesti dei grandi network americani decretano la fine di programmi molto amati

Da «Castle» ai «Muppet» per le fiction Usa è la stagione degli addii

Ogni anno tra maggio e giugno nei grandi network televisivi americani c'è qualcuno che trema. Ci sono i cosiddetti upfront cioè gli eventi nei quali le reti a stelle e strisce presentano i programmi per la stagione in arrivo. Sono kermesse pensate soprattutto per accalappiare inserzionisti. Ma in realtà ai media piacciono soprattutto perché si scopre quali serie televisive sono state rinnovate e quali invece cancellate. Quest'anno gli upfront hanno visto un'ecatombe di fiction molto amate. Sia per scelte dovute al normale invecchiamento del prodotto (liti tra attori che dopo anni non si reggono più), sia per mere questioni di budget sia per una tendenza precisa che si consolida da qualche anno in tema di concorrenza: è meglio produrre serie di cui si possiedono interamente i diritti, invece che comprarli da qualcun altro. Ma questi motivi non consoleranno chi nel pubblico Usa, ma anche in quello italiano, resterà senza serie preferita.

Tra le vittime eccellenti The good wife (qui da noi trasmessa da Fox Life). Cavallo di battaglia di CBS per 7 stagioni (2009-2016), ha al centro della trama la vita professionale e non solo dell'avvocatessa Alicia Florrick (Julianna Margulies, una delle cinquantenni più sexy del piccolo schermo) che torna a lavorare, dopo anni passati a fare la mamma, quando a suo marito, un procuratore un po' troppo amante delle sottane, iniziano ad andare tutte storte. Ma attorno a questo plot principale gli sceneggiatori hanno costruito un mondo, pieno di personaggi memorabili. Un successo enorme ormai, però, sfruttato in tutte le sue potenzialità. Lo scorso gennaio CBS ha annunciato che Robert e Michelle King, i coniugi-sceneggiatori creatori della serie, avrebbero lasciato. Adesso è arrivata la conferma che è tutto il progetto a essere al capolinea. Anche se c'è già chi favoleggia di uno spin off, perché negli Usa i fan non l'hanno presa bene.

Fine corsa anche per Castle della ABC (in Italia trasmessa da Fox e in chiaro da Raidue). Molti affezionati per questo scrittore di thriller (interpretato da Nathan Fillion) che collabora con la detective Kate Beckett (Stana Katic) per acciuffare criminali. Otto stagioni, caratterizzate da storie «verticali» (i casi puntata per puntata) ma anche da una solida trama «orizzontale» che dosa le indagini sull'omicidio della madre di Beckett e la parte rosa con la relazione tra lei e Fillion. La serie aveva ascolti forti negli Usa e nel mondo. ABC non ha però rinnovato il contratto di Katic, si dice per dei contrasti dell'attrice con la produzione e con Fillion. L'annuncio della partenza della Katic è arrivato un po' a sorpresa. Gli altri attori avevano firmato per la nuova stagione, ma alla fine ABC ha deciso di cancellare la serie citando motivazioni economiche: pochi giorni dopo l'annuncio è stato trasmesso un episodio finale (l'Hollywood Reporter ha spifferato che ne era stato girato anche un secondo in cui Katic veniva fatta morire, per l'eventualità che la serie fosse stata rinnovata).

Ci sono altre vittime illustri che hanno avuto vita molto più breve delle due serie nominate qui sopra. The Whispers (in Italia su Fox) bella fiction sempre della ABC, prodotta da Spielberg e tratta da un racconto di un gigante come Ray Bradbury chiude i battenti dopo una sola stagione. Stessa sorte per la serie di pupazzi I Muppet (ABC) (forse hanno fatto il loro tempo), per la serie musicale Nashville e per True Detective (in Italia Sky atlantic). Quella di True Detective è una vera sorpresa ma, dopo una prima stagione osannatissima, la seconda non è andata bene e HBO ha deciso che per ora non ce ne sarà una terza. Anche se in questo caso, forse, tutto potrebbe ridursi a uno stand-by. Di sicuro lo sceneggiatore Nic Pizzolatto continuerà a lavorare con HBO.

Fuori dai giochi finisce anche Csi:cyber non memorabile epigono del ciclo sulla polizia scientifica.

In questo caso è proprio la fine di un'epoca. Mentre invece Minority report (ispirata al film e al racconto di Philip Dick che in Italia arriverà dal 16 luglio su Fox) si pensava che potesse far partire una nuova epoca, ma si ferma alla prima stagione.

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