La "Prima" di Chailly con un Macbeth rinnovato. "Sul palco ci sarà una catena di colpi di scena"

Con la regia di Livermore canteranno il baritono Salsi e il soprano Netrebko

La "Prima" di Chailly con un Macbeth rinnovato. "Sul palco ci sarà una catena di colpi di scena"

È la quarta volta che Macbeth di Giuseppe Verdi dà il via alla stagione della Scala. Così come è la Prima della Scala n. 4 per il regista Davide Livermore. L'appuntamento, con Riccardo Chailly sul podio, è per il prossimo 7 dicembre con il baritono Luca Salsi e il soprano Anna Netrebko nei panni della coppia criminale: Macbeth e Lady M. Le scene di Giò Forma e i video di D Wok, azienda di Livermore, restituiranno uno spettacolo moderno, con proiezioni oniriche e viaggi nell'inconscio tali da ricordarci Inception.

Sarà un 7 dicembre nel segno delle misure anti-Covid. Si va in scena e in onda (Rai Cultura fa la diretta alle ore 18 su Rai1, RaiPlay e Radio3) secondo le modalità che la Scala e i teatri italiani adottano in questi mesi. Nulla di nuovo, insomma: mascherine per orchestrali, coristi e addetti di palcoscenico, mascherine per i solisti durante le prove ma non quando c'è il pubblico, distanze nella buca d'orchestra.

Non manca apprensione in teatro, l'opera è un prodotto di squadra, con questo Macbeth, tra l'altro ripreso da tv e radio, entrano in campo più di 150 professionisti: in contemporanea. Ma il timoniere, il sovrintendente Dominique Meyer, placa le ansie e calma gli animi. Vedremo la seconda versione di Macbeth, quella di Parigi anno 1865, e di fatto la più rappresentata. C'è qualche aggiustamento, però. Chailly ha deciso di inserire l'episodio della morte Macbeth della prima edizione. Perché? «Nell'introduzione strumentale ci sono due accordi strappati, in fa minore e do maggiore, che preludono alla melodia del sonnambulismo. Queste due sciabolate corrispondono alle ultime due parole che Macbeth pronuncia prima di morire: Vil corona!... e sol per te!. Dal punto di vista teatrale, l'inserimento della morte è fortissimo, avviene su un ritmo di marcia strepitoso», spiega Chailly. Che ricorda un altro momento chiave di questa «vetta assoluta» del melodramma. È la scena del sonnambulismo di Lady Macbeth, la pianificatrice dei delitti: «Verdi qui crea un colore particolare, un mondo onirico, un senso di vertigine strumentale che si somma a quello in scena. Il compositore trasforma l'orchestra in un altro suono. Assistiamo a qualcosa di transumano e che Livermore traduce in un modo che non riesco neppure a raccontare», ancora il Maestro che dopo lunga frequentazione di questo titolo, già passato su cd e dvd, confessa quanto sia «sbalordito per come quest'opera sia una catena di colpi di scena. È la dimostrazione del genio di un giovane Verdi che rivoluziona il linguaggio del momento».

Tutto è conciso: «Verdi chiedeva costantemente al librettista la sintesi, l'essenza della parola, il prosciugamento estremo di ogni scena». Anche per questo, ci sarà un solo intervallo: dopo il secondo atto. E niente cenone da 400 persone una volta finito lo spettacolo. Prudenza: Milano - in questo caso - si ferma.

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