Cultura e Spettacoli

Ansia, depressione e lutti: così nasce il film di Verdone

Ma che colpa abbiamo noi è il film corale diretto e interpretato da Carlo Verdone, in cui l'artista romano affronta anche un lutto personale

Ansia, depressione e lutti: così nasce il film Ma che colpa abbiamo noi

Ma che colpa abbiamo noi è il film diretto e interpretato da Carlo Verdone che andrà in onda questa sera alle 00.45 su Rete 4. Il film è stato candidato a due David di Donatello e a tre Nastri d'Argento, ottenendo quello per i migliori costumi.

Ma che colpa abbiamo noi, la trama

Scritto da Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Piero De Bernardi e Fiamma Satta, Ma che colpa abbiamo noi è una pellicola decisamente corale, che si concentra sulle vite, le disavventure e i problemi di otto persone che sono collegate tra loro dal fatto di frequentare lo stesso gruppo analitico, improvvisato a seguito della morte della terapeuta che li seguiva durante una seduta. Differenti per età, estrazione sociale e filosofia di vita gli otto pazienti avranno la possibilità di mostrare le proprie fragilità, i propri traumi e le proprie paure, senza che tuttavia venga mai meno il lato divertente. Tra tutti spicca Gegé (Carlo Verdone), un uomo che deve ancora scendere a patti con la figura paterna e la relazione che lo lega al genitore. Tra gli altri ci sono Flavia (Margherita Buy), Chiara (Anita Caprioli), Ernesto (Antonio Catania), Gabriella (Lucia Sardo), Marco (Stefano Pesce) e Luca (Massimiliano Amato). Tuttavia l'esperimento dell'"autogestione" psicologica non va a buon fine e ognuno decide di prendere la propria strada. Sarà il destino a costringerli a incontrarsi di nuovo, dopo qualche mese, quando verranno raggiunti dalla notizia del suicidio di un loro amico (Luciano Gubinelli).

Il lutto di Carlo Verdone che lo ha spinto a fare il film

Ma che colpa abbiamo noi - il cui titolo è un omaggio a una canzone dei The Rokes - è forse uno dei film più "veri" e intimi che Carlo Verdone abbia mai realizzato nel corso della sua lunga carriera. Notoriamente ipocondriaco ma anche appassionato di ogni sfera dell'ambito medico, Carlo Verdone ha scritto il film con la "supervisione" di un vero psicoanalista che potesse controllare che tutto venisse realizzato nel modo più verosimile possibile, soprattutto visto e considerato il tema molto delicato della malattia mentale. Come riporta il Davinotti alcuni casi portati sul grande schermo corrispondevano inoltre a dei veri casi clinici, per cui era importante che lo psicanalista che collaborava alla sceneggiatura cambiasse ogni dettaglio della "storia vera" per garantire non solo la privacy del paziente, ma anche il segreto che esiste tra paziente e professionista.

Il lavoro di scrittura fu davvero difficile tanto che, come riporta il Corriere della Sera, ci vollero ben sedici mesi affinché la sceneggiatura fosse pronta per essere portata sul grande schermo. Tuttavia il motivo per cui Ma che colpa abbiamo noi è un film definito "intimo" è perché Carlo Verdone ha cominciato ad accarezzare l'idea di realizzarlo dopo un lutto personale. Ma che colpa abbiamo noi, infatti, nasce dopo la morte del terapeuta che seguiva Carlo Verdone per l'insonnia. È lo stesso regista a raccontarlo, in un'intervista riportata da Amica.it in cui dice: "Andai all'appuntamento e trovai venti persone in lacrime. Erano tutte in cura da lui per problemi di ansia e depressione.

La sua morte provocò una depressione generale in tutti, per molti mesi."

Commenti