Conversazione tipo fuori dal cinema: «Sì, sì, Pierfrancesco Favino. Certo Carlo Verdone. Ma Giallini è da morire dalle risate, ne vogliamo parlare?». E parliamone. Ora che Posti in piedi in paradiso si è aggiudicato il primo posto al botteghino superando i tre milioni di euro d’incasso - tranquillizzando, in tempo di magri incassi, sia il suo autore, Carlo Verdone, ma soprattutto il produttore Aurelio De Laurentiis - tutti gli occhi sono puntati sullo strepitoso Marco Giallini che dei tre padri separati alle prese con una convivenza forzata, interpreta quello più riconoscibile, il tipico romano un po’ cialtrone. Perché Domenico Segato è un agente immobiliare che, per mantenere due famiglie, gioca d’azzardo, fa il gigolo con le signore di una certa età abusando dei farmaci («Vacci te con mi nonna: altro che viagra, il plutonio te ce vorebbe!») e mette su rapine in stile «soliti ignoti».
Insomma un personaggio irresistibile a cui Giallini presta un volto segnato dalla vita e dalle tante dure situazioni. Tra cui, la più terribile, la morte della moglie per un’emorragia cerebrale una settimana prima dell’inizio delle riprese. Il risultato è che l’attore romano, caratterista di lungo corso (anche nel precedente film di Verdone Io, loro e Lara), 49 anni il prossimo 4 aprile, viene ora ritratto come l’attore-rivelazione, l’outsider, il «personaggio del mese» di Ciak in edicola, il nuovo Gassman... «Ma io lo ero pure 20 anni fa», dice ironico tirando su una sigaretta dietro l’altra.
E oggi che effetto le fa?
«Mi diverte perché so che funziona così, ma non è che io abbia cambiato il modo di recitare».
Non ha iniziato come attore.
«Vengo da una famiglia operaia. Ho dieci anni di contributi come imbianchino e trasportatore di bibite. Ma sentivo di avere un talento per la recitazione».
Le prime occasioni cinematografiche, come «L’ultimo capodanno» di Marco Risi, uno dei suoi primi film, non andarono bene.
«Sì, ma non per me. Sul set, a salutare Risi, venne Gassman che mi diede una pacca sulla spalle dicendomi “complimenti”. E pensare che io all’inizio neanche lo avevo riconosciuto perché per uno spettacolo a teatro aveva i capelli biondissimi, poi ha acceso una di quelle sue sigarette fini e mi sono buttato ai suoi piedi. È l’unico per cui l’avrei fatto».
Si è ispirato a lui per «Posti in piedi in paradiso»?
«La mia è una figura tipica di quella che io chiamo commedia italiana. L’avrebbe potuta interpretare sia Gassman che Sordi che Fabrizi. Tre attori che fanno parte del nostro Dna».
Ha visto le immagini del manifestante NoTav che insulta il carabiniere? Fanno venire in mente quelle del recente «Acab - All Cops Are Bastards» in cui lei è un poliziotto alle prese con situazioni simili.
«Credo che il carabiniere abbia fatto bene a non reagire - diversamente dai poliziotti in Acab - e che quelle del manifestante siano parole del cavolo. Non posso però giudicare le motivazioni perché dietro ognuno di noi ci sono delle storie, delle vicende umane che magari non conosciamo».
Di «Acab» s’è parlato di film fascista perché il punto di vista è quello dei poliziotti.
«E io mi sono fatto quattro risate come quando lo dicevano per gli splendidi film di Di Leo. Si figuri se in Francia, magari per uno dei polar che io adoro, si fanno di questi problemi.
La sua popolarità è arrivata con il personaggio del Terribile della serie tv «Romanzo criminale». Anche questa criticata per la violenza.
«Ci si dovrebbe preoccupare di far leggere qualche libro in più ai ragazzi o di migliorare il livello d’insegnamento della scuola».
Il film che sogna?
«In Italia uno qualsiasi di Bellocchio o Tornatore. Ma, sognando, mi piacerebbe una parte accanto a Mickey Rourke».
La prossima pellicola reale?
«Tutti contro tutti con Kasia Smutniak. Esordio alla regia di Rolando Ravello, anche attore, prodotto da Fandango».
Com’è riuscito a girare subito dopo il lutto che l’ha colpita?
«Grazie a mio figlio più grande (di 13 anni, l'altro ne ha 6) che mi ha accompagnato tutti i giorni sul set ma anche a Carlo Verdone, Aurelio De Laurentiis e tutta la troupe.
Un po' è stato terapeutico perché Loredana è la persona che ho amato per 25 anni, da quando avevo finito di fare il soldato, l’amore della mia vita e lo è tutt’ora. Il rammarico però è che il successo sia arrivato ora che lei non c’è più».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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