Chiucchiù, o l'essenza degli italiani

Fotoreporter di guerra, oggi si dedica alle immagini di vita «vera»

Gabriele Cantafio

Una Leica M e una Sony 35 mm al collo, un'idea artistica in mente, e il desiderio di emozionarsi nel cuore. Così Giuseppe Chiucchiù, fotoreporter di guerra nonché paparazzo marchigiano, ha deciso di percorrere l'Italia per catturare l'essenza degli italiani nel suo progetto #ChiucchiuInItaly. Dopo aver scandagliato guerra e miseria in Bosnia, Albania e Ciad, luci e ombre in vari angoli del mondo, ed esser riuscito a immortalare Lucio Battisti, a marzo di quest'anno in sella alla sua moto, «per sentire ancor di più l'alito della gente», ha iniziato il viaggio nell'entroterra che ama definire la spina dorsale del Belpaese. «Mi sono allontanato dal mondo patinato, ho sentito il bisogno di percorrere la strada artistica senza artifizi: annullando ogni distanza sfioro l'anima degli italiani, li cingo in un abbraccio donandogli un ritratto sincero» racconta Chiucchiù, vincitore del Nikon Photo Contest International, mostrando qualche suo scatto in bianco e nero. Si sofferma sullo sguardo innocente di bambini che inseguono un pallone tra i vicoli di Scampia, ignari di violenza e malaffare, sulla tradizione degli antichi mestieri custodita tra i campi, sulla semplicità dei sentimenti su volti segnati dalla vita, sino a ritrarre tossicodipendenti, prostitute, trans: schizzi di tinte vivaci che sgorgano dal suo bianco e nero raffigurando la centralità della periferia.

Il viaggio emozionale di Chiucchiù tra qualche mese si concluderà ma diventerà un libro acquistabile in anteprima in versione ebook su Artbookers. Frattanto, i curiosi possono sbirciare qualche scatto su Instagram e Twitter.

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