Quella Cina "inquinata" dal crimine

Quella Cina "inquinata" dal crimine

Poesia, cucina e impegno sociale formano la cifra stilistica delle inchieste dell'ispettore cinese Chen Cao. Scritte in inglese da Qiu Xiaolong, propongono una radiografia contemporanea dei rapporti fra società e criminalità in Cina. L'ultimo respiro del drago (Marsilio, pagg. 239, euro 18, titolo originale Hold Your Beath, China, «Trattieni il respiro Cina»), è l'undicesima inchiesta di Chen Cao il quale, seguendo i precetti di Confucio insegnatigli da suo padre, continua a svolgere il suo lavoro di poliziotto al di sopra delle parti, «sapendo che anche se ti è impossibile fare una cosa devi comunque provarci, purché la cosa sia giusta da fare». Il partito si è accorto che l'incorruttibile Chen Cao è l'unico che sia riuscito a risolvere vari casi in una Shanghai in cui il tasso di corruzione e malavita è aumentato. Per questo gli affida due indagini in contemporanea, una su un misterioso serial killer che sta uccidendo con un pesante oggetto contundente, e una su un gruppo di ambientalisti capace di «inquinare le menti» degli onesti cittadini. Vari segni premonitori turberanno Chen Cao che dovrà «solcare il mare all'insaputa del cielo» per essere libero nelle sue mosse. Gli toccherà pedinare la bella Shanshan che sta girando un documentario sull'inquinamento, una delle poche donne che lo abbia sconvolto. L'ispettore dovrà munirsi di un nuovo cellulare, di una nuova sim card ed entrerà in contatto con il mondo degli hacker per avere una visione più chiara della situazione.

Qiu Xiaolong, nato a Shanghai nel 1953 e dall'89 residente negli Usa, dove insegna Letteratura cinese, dimostra ancora una volta come la dimensione sociale dei suoi gialli gli permetta un ampio e originale spettro narrativo. Il problema dell'inquinamento ha una lunga storia nel suo Paese, «ma dopo il 1949 la gente non vi aveva più prestato attenzione perché la Cina di Mao era un paese chiuso, in cui ogni cosa andava per il meglio a detta dei media controllati dal Partito. Però la riforma economica di Deng Xiaoping, seguita alla Rivoluzione culturale, aveva provocato cambiamenti epocali.

Il suolo era stato consumato vorticosamente e implacabilmente dall'urbanizzazione, i grattacieli moderni e ultramoderni erano spuntati come germogli di bambù dopo la pioggia primaverile oscurando il cielo. E intanto auto e condizionatori continuavano a moltiplicarsi e a moltiplicare le emissioni nocive, simili al genio che esce dalla lampada. Senza contare gli scarichi industriali».

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