Cultura e Spettacoli

Il cinema non valorizzò le sue geniali "Mandrakate"

Ha girato 50 film, ma il suo talento non è stato apprezzato come avrebbe meritato

Il cinema non valorizzò le sue geniali "Mandrakate"

Diciamola tutta, e con le parole stesse di Proietti: «Io non faccio molti film, tra me e il cinema non c'è un matrimonio riuscito fino in fondo». Frase apparentemente bizzarra per un attore apparso in quasi 50 pellicole di cui molte da protagonista. Tuttavia la verità è che il cinema italiano non lo ha mai valorizzato se non nel doppiaggio, da Richard Burton, Kirk Douglas, e Paul Newman a Robert De Niro, Silvester Stallone (anche in Rocky), Dustin Hoffman in Lenny e il Gandalf di Ian McKellen in Lo Hobbit. Eppure lo troviamo nel 1964 nell'esordio di Ettore Scola Se permettete parliamo di donne, mattatore in L'urlo di Tinto Brass, La mortadella di Mario Monicelli, Gli ordini sono ordini di Franco Giraldi in coppia con Monica Vitti con cui interpreterà anche La Tosca di Luigi Magni. Poi ancora Le farò da padre di Alberto Lattuada e tanti altri film... E siamo al fondamentale 1976, con il celeberrimo Febbre da cavallo di Steno (alla sceneggiatura anche il figlio Enrico) in cui interpreta Bruno Fioretti detto "Mandrake", aspirante attore e scommettitore di cavalli dedito alle mandrakate che però non funzionano mai. Ma quello che nelle stesse parole di Proietti poteva rimanere un «filmetto accolto con freddezza», con i tanti passaggi tv si è trasformato in un cult movie.

Subito dopo eccolo in Casotto di Sergio Citti e poi a volare oltreoceano con Un matrimonio di Robert Altman e Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'Europa di Ted Kotcheff. Ma, invece che decollare, proprio da lì, la carriera cinematografica di Proietti si spegne clamorosamente. E incredibilmente. Neanche il sequel, voluto a furor di popolo nel 2002, Febbre da cavallo - La Mandrakata diretto da Carlo Vanzina è riuscito a farlo tornare sul grande schermo con ruoli memorabili. Tanto che negli anni Duemila gira 4 film solo grazie alla generosità dei figli di Steno. È per questo che Proietti ha vissuto come due premi il ruolo che recentemente gli ha regalato Alessandro Gassmann in, appunto, Il premio, e Matteo Garrone che, lo scorso anno, lo ha scelto come grande Mangiafuoco in Pinocchio. Mentre ora era tutto pronto per i suoi 80 anni con il ritorno al cinema previsto dal 3 dicembre nei panni di Babbo Natale nella commedia Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone.

L'ultima interpretazione, l'ultima sua puntata («chi gioca s'illude, s'inventa un lieto fine che non arriva mai», diceva nella Madrakata) che, in questo strano 2020, non sappiamo più quando, se e dove vedremo.

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