Nuova scuola Valditara: latino e poesie a memoria

Dal 2026 la rivoluzione del ministro: "È un ritorno al futuro per ridare importanza alle nostre radici"

Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
00:00 00:00

Il prossimo sarà l'ultimo anno scolastico in cui si seguiranno «i vecchi programmi». Da settembre 2026 arriva la riforma Valditara: latino dalla seconda media, storia dell'Occidente, poesie a memoria, matematica pratica, tecnologia «critica».

Le nuove indicazioni nazionali aspettano il parere definitivo (ma non vincolante) del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e del Consiglio di Stato. Poi si comincerà. Nei prossimi mesi gli insegnanti imposteranno il nuovo modus operandi e aggiorneranno i programmi scolastici. E gli editori stamperanno i nuovi libri di testo. «Quella in arrivo è una rivoluzione culturale che ripristina alcuni punti fermi e innova sotto altri punti di vista - spiega il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara -. È un Back to the future della scuola. Vogliamo ridare importanza alle nostre radici per avere ben chiaro dove andare. Dobbiamo valorizzare la storia e l'identità occidentale, altrimenti rischiamo di diventare una società sempre più fluida che perde la capacità di integrare chi arriva da noi. È importante avere e offrire dei valori di riferimento».

Uno dei cardini della nuova riforma è il metodo di ragionamento, che accompagnerà i ragazzi per tutta la vita, ben oltre il diploma. Si ridà centralità alle regole per studiare la grammatica e la sintassi italiana. «È importante superare la concezione - spiega il ministro - che negli ultimi decenni ha privilegiato il cosiddetto sponteanismo espressivo». Tornano le poesie a memoria, palestra per il cervello e via per favorire la concentrazione e l'attenzione, sempre più attaccate da social e telefonini. Altro grande ritorno della rivoluzione scolastica è il riassunto: «Insegna ad essere chiari, logici nell'individuazione delle parti essenziali di un testo, brevi nella comunicazione. Insegna a pensare». Assieme alle versioni di latino è un trampolino per potenziare il ragionamento. E, perché no, anche la tenacia e il valore dell'impegno. Che prima si imparano, meglio è. La matematica partirà dalla realtà pratica, dai laboratori e risulterà così allo studente sempre meno astratta. E poi si punterà sulle arti e sulla musica, per esprimere il bello che si ha dentro.

«Senza conoscenze non si sviluppano competenze - puntualizza il ministro - Ma non vogliamo una scuola del nozionismo. Piuttosto vogliamo un'istruzione che punti all'essenziale, al profondo, al duraturo. Un messaggio chiaro all'insegna della serietà: approfondire, far pensare, sviluppare il pensiero critico e le connessioni tra i saperi».

Ci sono poi aspetti che di fatto la società ha implicitamente delegato alla scuola: l'educazione al rispetto e ai sentimenti. La scuola non si tira indietro, anzi, ha già cominciato. Nei prossimi anni verrà intensificato il lavoro per insegnare il rispetto della donna e prevenire il fenomeno di violenze e femminicidi. Si lavorerà sul concetto di empatia per fare in modo che le differenze diventino una risorsa e non un ostacolo. Anche nell'insegnamento delle materie scientifiche Stem, ci saranno messaggi che aiuteranno a far maturare gli uomini e le donne di domani.

Uno su tutti: il ruolo del pensiero critico e dell'errore verranno presentati come «elementi centrali del progresso». E ovviamente non potrà mancare l'incoraggiamento a sviluppare un «atteggiamento non acritico e consapevole» verso le tecnologie, fondamentale in piena rivoluzione IA.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica