L'amante che sta al suo posto e le bambole gonfiabili

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Gentile signora Braghieri, grazie sempre per le sue risposte mai banali. Vedo che molte lettere toccano il tasto dell’amante, figura ricorrente nelle dinamiche dei maschi sposati. A mio avviso lo sbaglio più grande è farla diventare il «doppione sentimentale» come ha scritto lei. Lo so che è un ragionamento cinico, ma uno deve distinguere i ruoli e non comprenderlo è un errore in cui cadono molti. Io ho chiuso (a malincuore, l’avevo corteggiata per 7 mesi prima di «conquistarla»!) una tresca proprio perché la signorina - sessualmente molto coinvolgente - era invadente e diventava pericolosa per il mio fidanzamento. Le avventure migliori sono estemporanee: la turista occasionale eccetera. Quelle che non vedrai più e resteranno un dolce ricordo. L’amante deve essere un’evasione, un divertimento, non una fonte di stress, vuoi per le pretese vuoi per gli spazi. Bisogna essere bravissimi con le bugie, con la gestione del cellulare, ricordarsi tutto. L’amante «continuativa» ideale è colei che sa di poterti vedere ogni tanto, resta appartata e discreta, non telefona e non messaggia se non per risponderti. Se poi diventa «altro»- perché magari ti separi - bene, sennò deve saper stare al suo posto. Non semplice, è vero (perché ci sono gli aspetti emotivi), ma solo così può funzionare. Consiglio ai colleghi maschi: non vi innamorate, non investite troppo, non promettete/illudete: poi sono solo casini. E cambiate spesso: nuove curiosità, nuovi stimoli. Grazie per l’attenzione che mi riserva. La saluto con viva cordialità ed accresciuta stima.
Andrea (Grosseto)

Caro Andrea, anch’io apprezzo sempre le sue lettere ma si rende conto che in questa parla delle amanti (e quindi delle donne in generale), come si parlerebbe di bambole gonfiabili nemmeno sempre gonfie? Comprendo bene ciò che vuole dire e stupisce sempre anche me il fatto che evidentemente persino gli uomini abbiano la fissa di «far casetta» visto che quando trovano un’amante ne mettono in piedi due. Ma perché una signora si releghi nel recinto che lei ha delineato bisognerebbe che fosse acefala e completamente sprovvista d’emotività.

Il che la renderebbe, appunto, un oggetto inanimato. Invece ci sono chili e metri di letteratura e cinematografia stracolme di passioni travolgenti tra fedifraghi. Cosa che, mi creda, un fantoccio di gomma non potrebbe garantire.

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