Che vergogna esibire la bandiera palestinese

Dietro la bandiera palestinese, oggi, si cela in modo evidente e dichiarato Hamas. Un'organizzazione terroristica islamica che, il 7 ottobre, ha dato prova della sua vera natura

Che vergogna esibire la bandiera palestinese
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Gentile Direttore Feltri,
esporre la bandiera palestinese è diventato, ormai, un gesto automatico. La si appende ai balconi, la si agita dai palchi, la si indossa come un accessorio alla moda, svuotato di ogni reale consapevolezza. Non importa cosa rappresenti davvero: ciò che conta è essere percepiti come «dalla parte giusta». Quella giusta, s'intende, secondo il metro del politicamente corretto. È il trionfo del conformismo travestito da ribellione, dell'ignoranza mascherata da impegno sociale. E dispiace vedere come, anche nel mondo dello spettacolo, la superficialità abbia preso il posto della ragione e del coraggio intellettuale.
Come spiegare agli attori, ai cantanti, ai presentatori che se ne fanno portavoce, forse ignorandone il vero significato, forse solo preoccupati di stare al passo con la narrazione dominante, che quella bandiera è simbolo del male?

Marco Bortolin

Caro Marco,
quella bandiera, che oggi pare essere il passepartout del progressismo militante, non rappresenta un ideale di libertà, hai ragione. Essa rappresenta un regime. Uno che non emancipa, ma opprime. Che non dà voce, ma la soffoca. Che non difende i diritti umani, ma li calpesta.

Dunque, non posso che condividere il tuo sconcerto. È persino grottesco come la bandiera palestinese sia diventata, nel pensiero collettivo, un emblema di pace, di giustizia, di diritti. La si sventola con la stessa leggerezza con cui si sventola quella arcobaleno, come se i due vessilli avessero lo stesso significato e fossero assimilabili. Ma non ce l'hanno. Affatto.

Dietro la bandiera palestinese, oggi, si cela in modo evidente e dichiarato Hamas. Un'organizzazione terroristica islamica che, il 7 ottobre, ha dato prova della sua vera natura, inscenando uno dei più sanguinosi pogrom della storia contemporanea: civili massacrati, donne stuprate e mutilate, bambini uccisi a sangue freddo, famiglie distrutte, vite spezzate.

Eppure, mentre tutto questo accadeva, parte del mondo, quello che si definisce «antifascista», si affrettava a invocare il «cessate il fuoco», come se Hamas fosse un interlocutore politico legittimo, e non una banda di tagliagole che predica l'odio e vive di morte.

Il paradosso è feroce: chi si batte contro ogni forma di oppressione, chi grida contro l'omofobia e la misoginia, chi fa la morale ai politici italiani, difende oggi un'organizzazione che perseguita gli omosessuali, che segrega e annienta le donne, che sogna lo sterminio degli ebrei.

È la più grande contraddizione che io abbia visto nella mia lunga vita professionale. E non è una semplice svista, magari lo fosse. È ignoranza. È fanatismo ideologico. È la cancellazione della realtà in nome di una propaganda tanto comoda quanto vergognosa.

Trovo indecoroso che una cantante italiana, Elodie, abbia avuto l'ardire di esibire quella bandiera sul palco di San Siro. Lei, che pochi mesi fa accusava la nostra premier Giorgia Meloni di essere sessista e omofoba. Lei, paladina dei diritti Lgbtq e delle donne. Lei, che però si riconosce in un simbolo che quei diritti li schiaccia, li nega, li annienta.

Mi chiedo: cosa pensa Elodie dei gay impiccati nelle piazze da Hamas? Delle donne lapidate, segregate, zittite? Dei bambini cresciuti con l'odio per gli ebrei come unica educazione? È solo ignoranza, o siamo di fronte a qualcosa di più grave: una complicità ideologica?

Eppure, Elodie è soltanto una delle tante. Sono decine, centinaia le «star» italiane e internazionali che sbandierano quei colori con la convinzione di compiere un gesto «rivoluzionario». Non lo è. È semplicemente patetico. Perché se quella bandiera fosse davvero un simbolo di pace, allora anche lo stupro dovrebbe essere difeso come «atto di resistenza». Anche la tortura, il sequestro, la fame imposta, l'antisemitismo più feroce dovrebbero essere giustificati come strumenti di lotta.

Ma non lo sono. E non lo saranno mai.

Hamas è terrore, non nobile resistenza. Hamas è islamismo fondamentalista. Hamas è barbarie. E quel vessillo, oggi, è il suo volto.

Sventolarlo

senza sapere, senza capire, senza sentire è un atto di abissale ignoranza o di consapevole complicità. In entrambi i casi, è un tradimento: della verità, del buonsenso, dei valori dell'Occidente.

E soprattutto, dell'umanità.

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