
A casa di mamma e papà fino a trent'anni suonati. Succede ancora oggi in Italia, Paese nel quale i ragazzi continuano a restare in famiglia mediamente più dei loro coetanei del Nord Europa. Nella speciale classifica dei Paesi più mammoni il nostro Paese è quarto, in tutto il vecchio continente, con una media di 30,1 anni. Peggio fanno solo Croazia (31,3 anni), Slovacchia (30,9 anni) e Grecia (30,7 anni).
A stilare la graduatoria è stato l'ufficio statistico federale del Bundestag, in Germania, che ha nuovamente bocciato l'Italia a causa della difficoltà con la quale i più giovani riescono a raggiungere la propria indipendenza abitativa. Il Belpaese si trova, infatti, decisamente al di sopra della media continentale, visto che in tutti gli Stati membri dell'Unione europea l'età media per abbandonare il nido materno è di «soli» 26,2 anni. Nel corso del 2024, anno al quale si riferisce lo studio, i ragazzi finlandesi sono stati i più precoci, mettendo su casa da soli a 21,4 anni. Dietro di loro ci sono stati i giovani danesi, al secondo posto nell'Ue con 21,7 anni. Il duo nordico è seguito da Olanda (23,2 anni), Francia (23,5 anni) e Germania (23,9 anni).
L'ufficio statistico tedesco ha anche scoperto che in tutti i Paesi dell'Ue gli uomini impiegano in media più tempo delle donne per andarsene di casa. Proprio in Germania, per esempio, la differenza nell'età media è di un anno e mezzo: mentre le ragazze si trasferiscono a 23,1 anni, i ragazzi aspettano fino a 24,6 anni. In questo quadro l'Italia fa, ancora una volta, la parte del Paese dei «bamboccioni», termine di Padoa-Schioppana memoria. Il dato del nostro Paese conferma quanto, infatti, rilevato anche nel 2023 da Eurostat. In quel caso l'età media per lasciare la casa di famiglia era stato fissato in trent'anni, relegando l'Italia al quinto posto in Europa, insieme alla Bulgaria, in questa speciale classifica. Peggio avevano fatto Spagna (30,4), Grecia (30,6), Slovacchia (31) e Croazia (31,8).
L'ufficio statistico dell'Ue aveva rilevato, fra le cause del fenomeno, difficoltà di tipo economico, sociale e culturale. Nel nostro Paese i legami familiari sono, infatti, tradizionalmente molto forti. Inoltre trasferirsi spesso richiede uno sforzo economico importante, a causa degli affitti alle stelle nelle grandi città e alla dilagante difficoltà di trovare un'occupazione stabile. Anche in quel caso gli uomini erano stati disegnati come più mammoni rispetto alle donne. Con i primi che lasciano casa mediamente a 30,9 anni, due anni più tardi rispetto alla media femminile (29 anni).
Tornando alla graduatoria stilata in Germania, non è però tutto oro quello che luccica. Sono, infatti, ancora moltissimi gli adulti tedeschi che vivono con mamma e papà. Secondo il microcensimento, lo scorso anno il 28,4 per cento dei 25enni era ancora nella casa di famiglia. Percentuale aumentata di recente, visto che nel 2021 era ferma al 27,4.
Anche in questo caso sono abbastanza evidenti le differenze di genere: mentre un terzo, ovvero il 33,8 per cento, degli uomini venticinquenni non si era ancora trasferito da casa dei genitori nel 2024, la percentuale per le donne della stessa età era di poco più di un quinto, il 22,4 per cento.