Cultura e Spettacoli

Concita invita solo i suoi amici di "Repubblica"

Il trash spunta dove meno te lo aspetti. E l'idea stessa di cultura in tv esce avvilita dalla prima settimana in video

Concita invita solo i suoi amici di "Repubblica"

Il trash spunta dove meno te lo aspetti. A volte programmi educatini e perfettini si dimostrano grossolane patacche. Prendiamo Pane quotidiano, in onda da lunedì a venerdì su Raitre all'ora di pranzo (e in replica poco dopo le 20). Si direbbe una innocua trasmissione di libri condotta con sobria eleganza da Concita De Gregorio, firma di Repubblica qui erede dello spazio televisivo che fu di Corrado Augias. Purtroppo non è così. L'idea stessa di cultura in tv esce avvilita dalla prima settimana in video.

Ecco l'elenco degli ospiti fino a ieri: Corrado Augias, Costanza Quatriglio, Massimo Recalcati, Piergiorgio Odifreddi. Oggi invece si parla del romanzo Suburra di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. Tolta dal mazzo la regista Quatriglio, indovinate cos'hanno in comune tutti gli altri? Facile. Sono giornalisti o collaboratori a vario titolo di Repubblica stessa. In Italia ci sono decine di scrittori e intellettuali di cui non si sente mai discutere ma gli autori di Pane quotidiano hanno pescato solo o quasi dal quotidiano diretto da Ezio Mauro. Che coincidenza... Nei prossimi giorni De Gregorio dovrà suonare uno spartito diverso, ormai ha inquadrato ogni singola pagina sfornata dal cenacolo di Eugenio Scalfari, ma il danno è fatto. Inutile affannarsi troppo a recuperare, dopo cinque puntate l'autorevolezza di Pane quotidiano è già crollata sotto zero.

Infatti De Gregorio ha fornito l'esempio perfetto di cosa sia la cultura italiana al suo peggio: uno scambio di cortesie tra vicini di scrivania. Che si recensiscono e si invitano a vicenda tutto l'anno, per poi ritrovarsi tutti insieme al Ninfeo di Villa Giulia al fine di brindare allo Strega. Nel frattempo, passano dal circoletto al salottino, dal festivaluccio a... Pane quotidiano. Sempre le stesse facce, in tour permanente, appartenenti al «giro giusto». Dunque sappiamo cosa aspettarci da Pane quotidiano: la stessa zuppa cucinata (molto meglio) dal maestro di cerimonie Fabio Fazio a Che tempo che fa. Col dubbio persistente che i volumi di cui Concita discetterà siano stati scelti secondo criteri poco culturali. Ovviamente lo spettatore non deve sapere. De Gregorio e amici, con l'eccezione della puntata con Augias, fingono di non conoscersi, anche se talvolta, durante la messinscena, scappa loro da ridere. A esempio quando scatta il paragone ironico ma non troppo tra Piergiorgio Odifreddi e Lucrezio. Ogni tanto poi si registrano giudizi ispirati a Massimo Catalano, tipo: «L'Odissea è un bellissimo libro». Mo me lo segno. La Rai ha inaugurato una campagna contro il trash. Per le ragioni appena illustrate, l'esordio di Pane quotidiano, nonostante il tono garbato, si è rivelato volgare e credibile quanto il più burino dei reality.

Se questo è il Pane quotidiano, la cultura prima o poi morirà di fame.

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