Dracula è la prima imperdibile miniserie tv del 2020

Con il Dracula di Netflix/BBC il mondo dei vampiri è tornato affascinante. Su tre episodi, due sono di alta qualità. Un seguito sarebbe più che gradito

Dracula è la prima imperdibile miniserie tv del 2020

Dracula apre il 2020 delle serie tv con grande stile: i vampiri risorgono grazie all’interpretazione di Claes Bang e ad una storia intensa firmata dagli stessi ideatori di Sherlock.

Dracula, la trama dei tre episodi

La nuova serie tv vampiresca targata BBC e Netflix racconta ancora una volta la storia del conte Dracula. In tre episodi di circa un’ora e mezza ciascuno, la miniserie tv affronta più di 500 anni di storia, in cui il personaggio di Bram Stoker ha vissuto tra leggenda e verità. Con il primo episodio ambientato nel 1897 ci viene presentato il famoso conte della Transilvania, un uomo vecchio, ad un passo dalla morte, ma ancora attaccato alla vita. Gli fa visita Jonathan Harker (John Heffernan), avvocato di Londra che soggiorna nel suo tenebroso castello per concludere alcuni affari.

Insieme all’ospite viene inoltre presentata la dimora, con un resoconto che interessa subito lo spettatore. Il povero Jonathan Harke, con il passare dei giorni, capisce che qualcosa non torna: mentre lui invecchia e perde le forze, Dracula ringiovanisce e assimila capacità fino a quel momento sconosciute, come la padronanza della lingua inglese e informazioni sulla sua vita.

Facciamo la conoscenza anche di un altro grande personaggio dei racconti di Bram Stoker, l’antagonista per eccellenza: Van Helsing. In questo caso però non si tratta del solito cacciatore di mostri, bensì di una inusuale suora di Budapest, con un’unica grande vocazione: studiare e sconfiggere questo pericoloso diavolo assetato di sangue. Nel secondo episodio si cambia registro e la partita a scacchi tra questi due storici rivali entra nel vivo. Gli eventi si spostano sul Demeter, una barca diretta in Inghilterra e con a bordo uomini e donne di alto rango, tra cui lo stesso conte. Qui assistiamo ad una puntata in stile Agatha Christie, con una lenta carneficina in mare e la ricerca del responsabile di questi macabri omicidi che finisce per svelare la vera natura agli altri viaggiatori.

Nel terzo episodio, infine, abbiamo un racconto ambientato ai giorni nostri, con un Dracula un po’ fuori forma tra i giovani di oggi, meno impressionabili a certi temi ed anzi molto interessati al suo modo di "vivere".

Pregi e difetti

Dopo la delusione dovuta alla precedente serie tv di Netflix a tema vampiri, V Wars, le aspettative per Dracula erano davvero basse, ma con la visione dei suoi tre intensi episodi si è soddisfatti. In primis va riconosciuto il lavoro svolto dal protagonista, Claes Bang, decisamente calato nella parte. L’attore di The Square fornisce una versione fedele e affascinante di questo personaggio che ha avuto molteplici trasposizioni nel corso degli anni, con un’interpretazione che si avvicina a quelle dei due storici nomi che in passato hanno reso grande Dracula: Bela Lugosi e Christopher Lee.

Secondo pregio è da rinvenire nella trattazione dei miti legati a Dracula: perché ha paura della croce? Perché la luce del sole lo può uccidere? Può entrare in una casa senza essere invitato? In particolare però abbiamo la spiegazione più importante di tutte, cioè quella legata al suo nutrimento. Dracula non solo si sfama e mantiene la sua età attraverso il sangue altrui, ma grazie a questo acquisisce nuove conoscenze e si definisce come persona. Lui stesso sottolinea a chiare lettere che “il sangue è vite” e che “si è quello che si mangia”.

Terzo pregio è il ritmo del racconto. La presenza nella produzione degli stessi creatori di Sherlock, cioè Mark Gatiss e Steven Moffat, si nota. Ovviamente in questo caso il leitmotiv è horror, inevitabile visto il personaggio. Ciò nonostante, come nella serie dedicata all’investigatore di Baker Street, anche qui abbiamo il tema principale alternato con un po’ di umorismo, ma soprattutto c’è una rappresentazione patinata che fa da collante e tiene alto l’interesse dello spettatore. Purtroppo però è qui che troviamo anche l’unico difetto della serie. Nel lungo periodo non reggono molto gli elementi sopracitati ed a metà della terza ed ultima puntata la storia ne risente.

L’introduzione di due nuovi personaggi ed una non meglio precisata fondazione che vuole imprigionare il protagonista non aiutano, con lo stile di Dracula che finisce per sciogliersi come neve al sole. Tuttavia questo non ci fa dimenticare quanto di buono è stato fatto in precedenza e il risultato complessivo è comunque positivo.

Dracula merita di continuare

Dracula è stata presentata come una miniserie tv composta da tre puntate. In teoria quindi non dovrebbe esserci un seguito a quanto visto su Netflix, ma il precedente di Big Little Lies insegna che se il successo è considerevole, tutto è possibile. Il finale è aperto e una seconda stagione potrebbe essere sviluppata senza troppi problemi, sia con riferimenti ai secoli passati, in cui il conte Dracula ha seminato il panico in Europa, sia con una continuazione incentrata ai giorni nostri, anche se qui, ricordiamo, si è palesato l’unico difetto della serie tv.

I creatori Mark Gatiss e Steven Moffat già con Sherlock hanno messo in piedi un prodotto caratterizzato da lunghi e intensi episodi - anche se non numerosi, parliamo sempre di tre puntate per volta - con stagioni che sono state rilasciate a distanza di diverso tempo. Inoltre, in questo senso, fanno ben sperare anche alcune dichiarazioni rilasciate dallo stesso Mark Gatiss. Con Dracula, qualora si decidesse di proseguire, potrebbe verificarsi quindi il medesimo sviluppo.

Quello che è certo è che abbiamo già uno dei migliori titoli del 2020 e che a fronte di molteplici serie tv che inspiegabilmente proseguono, fermarsi dopo solo tre episodi di questo tenore sarebbe davvero un "peccato mortale".

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