È paradossalmente il ruolo più difficile della sua carriera. Alessio Boni, dopo aver vestito i panni di personaggi come Caravaggio e Puccini, ora indossa quelli pirotecnici di Walter Chiari in una sfida da far tremare i polsi. Stasera e domani lo vedremo in prima serata, su Raiuno, nella fiction Walter Chiari, fino all’ultima risata (regia di Enzo Monteleone, prodotto da Luca Barbareschi) interpretare uno dei più debordanti e geniali talenti della nostra comicità (e non solo). Un personaggio ancor più «difficile» di Ulisse, visto che Boni è in Portogallo a girare L’Odissea . «L’avete mai vista l’espressione di Ulisse? O come cammina? Chiari invece lo potete vedere tutti nei film o su YouTube. Quindi il confronto è sempre in agguato. Mi potete massacrare in qualunque momento».
Dal trucco all’inflessione vocale alla gestualità, nulla è stato lasciato al caso. «Abbiamo avuto radici comuni - spiega Boni - e poi personaggi come Alessandro Haber mi hanno sempre detto che io ricordo un po’ Walter. Ma in questa fiction non ho mai voluto fargli il verso o imitarlo. Sarebbe stata una missione impossibile. Ho studiato tutti i suoi film e il suo repertorio su YouTube, ma il mio obiettivo è trasmettere la sua energia, quella forza filantropica che aveva dentro di sé per cui si dava completamente al pubblico senza narcisismo.
Un giorno disse: “fin da bambino mi piaceva raccontare barzellette e far ridere, non avrei mai immaginato che un giorno mi avrebbero pagato milioni per farlo da professionista”. Ecco, questo è il Walter che mi piacerebbe portare in televisione».
Boni crede in questa fiction e nella forza della sua interpretazione, che lo ha aiutato a superare i momenti più difficili. «Walter era elegante, ironico ma anche una grande maschera tragica. Era un fuoriclasse di fronte al quale in certi momenti non mi sentivo all’altezza. Ma poi uomini così ti danno una carica incredibile, ti aiutano a scioglierti davanti al pubblico, e questo è esattamente ciò che è successo. Dopo un po’ mi sono sentito più libero e sicuro nel far rivivere il personaggio».
Un personaggio complesso, dai mille volti, dalle mille sfumature che sapeva improvvisare e portare sul palcoscenico le cose di tutti i giorni. Ma più che nel lato comico, Boni si esalta in quella che fu la tragedia di Walter Chiari, incarcerato il 22 maggio 1970 con l’accusa di spacciare cocaina e finito in una spirale perversa senza ritorno. La fiction infatti si apre con Boni- Chiari in prigione, in quei terribili momenti che segnano l’inizio del suo declino.
«Naturalmente- spiega Boni- si parla della sua carriera, del suo modo iconoclasta di fare le battute e di inventare gag come quella del Sarchiapone. Ma ciò che ci preme di più è raccontare il suo privato, le ingiustizie che ha subito. Ho interpretato soprattutto il Walter Chiari che affronta la solitudine, il dopo-carcere quando tutti, le sue donne, il suo pubblico, gli girarono le spalle e lo spinsero a dire: “purtroppo quando cadi in disgrazia anche il migliore amico ne gioisce”. Pensate quante deve averne passate. Anche perché lui non si è ritirato, ha provato a ripartire con le televendite o con i teatri di periferia.
È stato trattato come un criminale per un grammo di cocaina nel periodo della strage di piazza Fontana a Milano, quando i pentiti ne raccontavano di tutti i colori. È stato il primo personaggio del mondo dello spettacolo a entrare clamorosamente, e senza motivo, nella cronaca nera. Vogliamo rendere giustizia alle sue emozioni private dal 1970 alla morte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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