Ecco le donne fatali che salvarono la vita di Serge Gainsbourg

Fu una donna a salvare la vita a Serge Gainsbourg. Non fu però una delle sue famose fiamme, a esempio Brigitte Bardot. Fu piuttosto una bambolina chiamata France Gall, una star yé-yé di sedici anni. Era il 1965, Gainsbourg andava per i quaranta e aveva pensato di abbandonare la musica. All'epoca, come autore, aveva già regalato perle a monumenti della canzone francese come Michèle Arnaud e Juliette Gréco. La sua carriera solista però non decollava. Le classifiche erano dominate dagli artisti britannici oppure dai loro imitatori francesi, più o meno dotati, della cosiddetta scena yé-yé. Gainsbourg, ancora legato alla «vecchia» scuola di Boris Vian, si sentiva un dinosauro. Poi arrivò France Gall. Serge scrisse per lei una serie di brani perfidi, perché sovversivi dietro all'apparenza modaiola. Poupée de cire, poupée de son vinse l'Eurofestival, e diventò una hit internazionale. Il testo ironizzava proprio sulla moda yé-yé, musica troppo giovane per gente troppo giovane: «A volte quando sono sola sospiro, e mi chiedo a che serva cantare l'amore senza avere mai conosciuto il calore di un ragazzo». L'anno seguente, Gainsbourg alzò l'asticella della provocazione e fece incidere Les sucettes alla Gall. Fu uno scandalo ma anche un altro successo. La Gall, incredibilmente, non si accorse del contenuto della canzone, o almeno così dice la leggenda. Il brano parla di Annie, una ragazzina che ama succhiare i lecca-lecca fino a che l'anice non le scivola in gola... Gainsbourg all'improvviso non solo era tornato a esistere nella mappa musicale ma era anche un uomo ricco.
Gainsbourg non soffriva certo del complesso della pagina bianca. Scriveva brani su brani, ed era ossessionato dalle voci femminili. Anche quando era ormai diventato una star in proprio, non esitava a buttare giù interi dischi per le cantanti che, per un motivo o per un altro, trovava interessanti. Anzi. Negli anni Ottanta fece di più: donò tutto il suo repertorio migliore alla donna della sua vita, Jane Birkin, che lo aveva appena lasciato perché non intendeva assistere al suo suicidio causato dall'alcol. Il risultato fu Baby Alone in Babylone, un capolavoro forte di gioielli come Con c'est con ces conséquences.
Ora l'album Vamps et vampire raccoglie il meglio dei brani di Gainsbourg cantati dalle sue interpreti. Ci sono quelli citati finora, e altri 22 in cui è difficile scegliere cosa segnalare: vanno ascoltati tutti, e ciascuno troverà pane per i suoi denti, a seconda dei suoi gusti. Si parte dal jazz raffinato di Strip-tease, affidato a Juliette Gréco dopo aver provato con esito insoddisfacente una cantante tedesca di nome Nico, in procinto di diventare la musa di Andy Warhol. E si arriva al canonico pop rock di Tandem, inciso da una giovanissima Vanessa Paradis. In mezzo ci sono brani di Anna Karina, musa di Jean-Luc Godard e della Nouvelle Vague; di Catherine Deneuve, una delle amiche più sagge della coppia Birkin-Gainsbourg; di Isabelle Adjani, la protagonista de Adele H.-Una storia d'amore, il film di Truffaut; di Bambou, la splendida modella con la quale Gainsbourg si accompagnerà negli ultimi anni; di Marianne Faithfull, appena fuggita da una turbolenta relazione con Mick Jagger; di Françoise Hardy, altra «cliente» fissa di Serge.
Tra i punti più alti c'è il «pop futuristico» Contact, ispirato alla fantascienza e ai vestiti di Paco Rabanne, una delle migliori canzoni scritte da Gainsbourg per la Bardot. Nel 1967 l'attrice invitò Serge come ospite nel suo Le Bardot Show. Il rapporto di lavoro si trasformò in una relazione basata sul sesso. La stampa parigina era incredula: la donna più bella del mondo, sposata al playboy Gunter Sachs, insieme col bruttissimo Gainsbourg. Serge alzava le spalle e sfotteva con ironia: «È un cocktail: la nonchalance dei miei gesti, l'aura della celebrità, e come mi muovo nello spazio, una sorta di - diciamo così - mia classe». Una notte, la Bardot e Gainsbourg ebbero un litigio disastroso. Lei gli ordinò di tornare in albergo e comporre una meravigliosa canzone d'amore. Lui esagerò, e gliene portò due. La prima era Bonny & Clyde. La seconda era Je t'aime, moi non plus. Nell'inverno del 1967, si recarono in studio a notte fonda e incisero Je t'aime, moi non plus. I gemiti di piacere della Bardot non furono recitati, secondo il tecnico del suono presente quella sera. La notizia finì sui giornali, Sachs si infuriò, la Bardot impedì l'uscita dell'incisione rimasta inedita fino al 1986.
La storia con la Bardot finì poco dopo, e piuttosto male, al punto che Gainsbourg meditava di gettarsi nella Senna. Eppure di lì a poco si innamorerà dell'attrice inglese Jane Birkin.

Nel 1969, Serge le chiederà di cantare con lui un brano che aveva nel cassetto da qualche tempo, Je t'aime, moi non plus. Jane accettò. Il singolo venderà sei milioni di copie, entrando in classifica in tutto il mondo.
In fondo ancora una volta una donna aveva salvato la vita di Serge Gainsbourg.

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