Ecco il futurismo in musica

La «Cena oltranzista» di Chessa debutta il 22 settembre

Mattia Rossi

A un secolo da L'arte dei rumori, il manifesto della musica futurista di Luigi Russolo, il panorama musicale italiano (e non solo) vanta un erede dell'avanguardismo futurista. Sardo di Sassari, ma attualmente trapiantato in Usa dove insegna al Conservatorio di San Francisco, Luciano Chessa è un compositore la cui musica parte da ricerche sul futurismo. Formazione medievista a Bologna (tesi sul contrappunto del '300), allievo di Piero Buscaroli (con «centinaia di articoli da il Giornale», ricorda Chessa), poi un dottorato alla Ucla sul futurismo con tesi su Luigi Russolo e l'occulto. L'incontro col futurismo, racconta Chessa a Off, «nasce da bambino».

La fascinazione per il futurismo lo ha addirittura spinto a realizzare la prima e unica ricostruzione completa dell'orchestra di «intonarumori». Lo stile di Chessa compositore è classico-contemporaneo «Russolo vs Verdi», secondo il San Francisco Weekly come il sua seconda opera Cena Oltranzista nel Castelletto al Lago. La «prima» il 22 settembre a Bolzano.

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