«Ogni tanto me lo domando ancora: ma non poteva uccidermi e basta». Si conclude così una delle sette testimonianze delle vittime degli errori giudiziari che sono raccolte nel libro Prigioniero della mia libertà di Rosario Errico, Stefano Pomilia e Michela Turchetta (Editori Internazionali Riuniti, pp.204, 15 euro). Il volume è curato da Gabriele Magno (avvocato, fondatore e presidente dell'Associazione Nazionale Vittime Errori Giudiziari) e da Luisa Badolato. Nella prima parte è stata pubblicata la sceneggiatura integrale del film omonimo diretto da Errico e interpretato, fra gli altri, da Giancarlo Giannini. La storia di fantasia raccontata nel film (uscita prevista il prossimo autunno) prende spunto dalla realtà. Sono infatti quasi 50mila gli italiani innocenti che, dal 1989 ad oggi, sono finiti in carcere per errori giudiziari. Il caso di Enzo Tortora è solo la punta di un iceberg immenso. «Ogni anno vengono riconosciute dai tribunali, con l'assoluzione, circa 2.500 ingiuste detenzioni frutto in parte di errori giudiziari - ha spiegato l'avvocato Magno -. Ma solo un terzo, circa 800 vengono risarcite. Spesso, infatti, anche se riconosciuto innocente, l'ex detenuto viene considerato responsabile, per colpa grave o dolo, di aver indotto la pubblica accusa a ritenerlo colpevole». Un fenomeno impressionante che ha spinto il regista (e attore) Rosario Errico ad impegnarsi in prima persona nella realizzazione del film. «Comincio dalla fine di Detenuto in attesa di giudizio, ha detto Errico.
Il protagonista è un architetto che cade nella trappola di un sedicente amico. È la vittima di una truffa ma si ritrova ad essere accusato di estorsione. Un apologo dell'orrore che stravolge la serenità del protagonista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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