Roma - Lui non fa una piega e a qualsiasi domanda risponde come vuole. In fondo è anche per questo che Franco Battiato è diventato un guru della musica leggera italiana: fila dritto per la propria strada e, per carità!, non segue alcuna logica promozionale. Così, presentando la sua prima vera antologia (si intitola Le nostre anime), ha fatto anche la radiografia del proprio pensiero. Quindi, oltre ai 52 brani di repertorio e ai quattro inediti compresa una strepitosa versione di Se telefonando, ha parlato di tutto, premettendo sempre che «io non ho mai nulla da dire». Il rapporto con Jung. La fede. I film. E Alice, con la quale tornerà presto in tour. Insomma Battiato, che compie settant'anni e cinquanta di carriera, è come agli esordi: indecifrabile. E, onestamente, inimitabile.Però, caro Battiato, da qualche parte bisognerà pure iniziare. Se telefonando?«Ho voluto render giustizia a quella canzone. Quando fu pubblicata, io facevo il barista in Corso Vittorio Emanuele a Milano. L'ho sentita e ne sono rimasto sconvolto e affascinato. Ed ero molto deluso quando ho scoperto che era sparita dalle classifiche poco dopo esser entrata soltanto al quindicesimo posto. Una ingiustizia».In questa sorta di greatest hits ci sono altri quattro inediti. Uno è forse uno dei suoi manifesti, Lo spirito degli abissi.«Sì quello è un testo molto ispirato da Jung che, detto tra di noi, era molto meglio di Freud. Dopo i brani del mio ultimo cd Apriti sesamo, anche questo può essere considerato una sorta di mio testamento spirituale».È raro che il greatest hits di un artista solista si intitoli Le nostre anime.
C'è un senso collettivo che la storia di Battiato smentisce a prescindere.«Penso sempre che la maggior parte degli uomini non sia in grado di conoscere e riconoscere la propria anima. Dopotutto, la quasi totalità delle persone vive con il corpo e nutre solo il corpo, quasi mai l'anima».Spesso si spera di nutrire l'anima con la musica. Ad esempio è appena uscito un disco di musica con la voce di Papa Bergoglio.«Non l'ho ascoltato e non lo posso giudicare. Di certo Francesco mi è simpatico, dice cose che piacciono alla gente ma non credo di avergli mai sentito pronunciare la parola Dio. Non parla di teologia, non affronta i massimi sistemi della fede».Lei invece affronta quasi tutto. Oltre alla musica e alla pittura, è anche regista.«Finora ho fatto tre film. Il primo è stato premiato e si intitola Perduto amor. Il secondo è molto particolare ed è Musikanten. Il terzo Niente è come sembra, mi ha tolto il poco sonno che ho di notte tanto ero impegnato nei dettagli, dei quali peraltro non importa a nessuno».E il quarto?«Lo sto girando, e ci sto pensando. Si chiama Handel, è dedicato al grande compositore e ci lavoro da cinque anni».Lei il 19 novembre sarà ospite di X Factor. E uno dei quattro inediti di Le nostre anime è un duetto con Mika.«Per lui abbiamo cambiato il titolo Centro di gravità permanente in Center of gravity. Mika è un grande, quando è venuto in studio abbiamo trovato molta sintonia e abbiamo anche incrociato le voci nell'inciso del brano».A X Factor canterà con lui?«Assolutamente no. Vado da solo. Dopotutto i talent show non sono tra le mie preferenze. Mi hanno offerto un sacco di soldi per fare il giudice in un talent (si dice sia The Voice - ndr) ma ho detto di no senza possibilità di tornare indietro».Nel suo greatest hits c'è anche il classico Povera Patria.«Quando l'ho pubblicata, sia l'estrema destra che l'estrema sinistra l'hanno adottata pensando che io parlassi degli altri. In realtà parlavo di tutti.
E, dopo tanti anni, ammetto che oggi la situazione sia ancor peggiorata».Detto da lei che ha fatto parte della giunta regionale siciliana con governatore Crocetta...«Lui ora mi fa quasi pena, se potessi aiutarlo, lo aiuterei».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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