La spaccatura che tutti dicevano di non volere si è creata: l'«Associazione Amici del Salone di Torino» è nata e i componenti nella serata di ieri ammontavano a circa 60 editori che promettono di arrivare in breve a 150. Sono arrivati da tutta Italia, nonostante il Festivaletteratura di Mantova li tenesse già impegnati, e si sono riuniti al Circolo dei Lettori sabaudo. Obiettivo: rifare a Torino un Salone come quello che è stato fatto in tutti questi anni. Ovvero dare una sveglia alla Fondazione per il Libro perché non si lasci sopraffare dalla notizia di due giorni fa: dal 19 al 23 aprile a Milano si terrà una nuova Fiera del Libro, organizzata dalle neonata Fabbrica del Libro SpA, società voluta dall'Aie insieme a Fiera Milano. La Fabbrica «svilupperà attività di promozione del libro, anche mediante l'organizzazione di eventi fieristici in tutto il territorio nazionale, valorizzando l'intera produzione editoriale». Fiera Milano ne detiene il 51% e ne esprime l'amministratore delegato, Solly Cohen. Il 49% è di AIE, che ne ha nominato presidente, Renata Gorgani. Il trentesimo Salone di Torino si terrà invece dal 18 al 22 maggio.
Due saloni certi (e pare che molti professionisti che lavoravano a Torino siano già stati acquisiti da Milano) e ora anche 2 associazioni di editori. Perché per ora gli Amici del Salone sono solo editori (a librai e bibliotecari si darà rappresentanza più avanti), tra cui minimum fax, Sellerio, Nutrimenti, Voland, Nottetempo, mentre Laterza alla fine non ha aderito. Per Milano Marco Zapparoli di marcos y marcos e Pietro Biancardi di Iperborea; per Torino Gaspare Bona di Instar e Anita Molino di Fidare, i piccoli editori indipendenti piemontesi; per Roma Isabella Ferretti di 66thand2nd e Sandro Ferri di e/o, che ci dice: «La passata gestione di Ernesto Ferrero per noi è stata e rimane un modello: dava giusto spazio agli indipendenti e a un pubblico popolare. Di quello che accade a Milano non me ne importa niente: fare un salone alternativo venti giorni prima di Torino e a 50 minuti di treno è un'idea assurda. Noi come e/o comunque non ci andremo, a Milano». All'assemblea di ieri Ferrero c'era: «Io ci sono e ci sarò sempre, a dare consigli come un vecchio zio», ci ha spiegato. «Non si è presa posizione contro l'Aie, ma pro-Salone. E infatti molti dei presenti, come Feltrinelli, restano in Aie, per migliorarla da dentro, come si faceva nel vecchio Pci. Ma sostengono Torino. L'urgenza è che la Fondazione si dia un governo, perché il dialogo, affettuoso, con gli editori c'è sempre stato: Aie è stata 15 anni in CdA e non ha mai tirato fuori uno straccio di idea. Quando ha realizzato i passivi di bilancio, creati dai ritardati pagamenti delle istituzioni, ha pensato che il Salone fosse decotto e ha preso una decisione di vertice».
Intanto il 12 settembre i neonati Amici del Salone sperano di partecipare all'incontro di Aie, Fondazione e istituzioni piemontesi a Roma con Franceschini, come indipendenti, specie perché considerano l'annuncio delle date di aprile, così a ridosso del maggio torinese, dato 4 giorni prima dell'incontro con il ministro, uno sgarbo istituzionale raro, «Fatto con l'aria di dire - parole di Ferrero - Poveri relitti, vi schiacceremo».
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