Elisa, la libertà di cantare il mondo in due lingue

In "Ritorno al futuro/Back to the future" accoglie anche Jovanotti, Giorgia, Elodie e Rkomi

Elisa, la libertà di cantare il mondo in due lingue

A pensarci bene, Elisa è una delle poche artiste capaci di restare sempre esordienti nonostante 25 anni di carriera. Merito della voglia di confrontarsi sempre con le novità e di non chiudersi nella comfort zone di chi ha raggiunto il successo e mira soltanto a mantenerlo.

E lo conferma anche il nuovo Ritorno al futuro/Back to the future che è un doppio disco cantato in italiano e in inglese rimanendo sempre al centro della realtà. Elisa «reagisce» allo sbandamento collettivo dell'era Covid pubblicando il proprio disco più complesso e stratificato. La prima impressione è che questa artista di Monfalcone abbia una connessione strettissima con ciò che accade nel mondo. Lo assorbe, lo filtra e lo converte in musica scegliendo l'ambiente urban oppure quello cantautoriale a seconda del testo e delle sensibilità che di volta in volta intercetta. Non capita a tutti, bisogna ammetterlo. «Non ho mai messo nell'angolino l'anima italiana oppure quella che mi porta a cantare in inglese - ha spiegato -. Ma ci sono stati momenti, fino ad oggi, in cui prediligerne una piuttosto che un'altra. Spesso ho scelto per i miei lavori una fotografia che ormai avevo in testa, a favore di album che andasse in una direzione lineare. A volte ho cercato di plasmare un pensiero artistico e incanalarlo, per evitare che mi portasse altrove. Questa volta, invece, la scelta a monte era proprio quella di abbracciare tutti gli istinti e le direzioni diverse che sarebbero arrivate. Sono stata rigida solo sulla qualità della canzone. Per il resto, a briglia sciolta».

E difatti quando canta con Giorgia o Elodie conferma di essere completamente a proprio agio così come quando di fianco a lei ci sono le voci di Calcutta, Venerus o altri che sono gli alfieri della nuova generazione. In poche parole Ritorno al futuro/Back to the future raccoglie venticinque tracce (più due nella versione digitale dell'album), tutte inedite e interpretate in una moltitudine di mondi sonori che fotografano esattamente la realtà musicale di questo periodo. «Ho cercato di far somigliare l'album più ad una playlist perché dopo i due anni che abbiamo passato, quello di fare un lavoro di sfogo era una necessità. Questo è il mio album di reazione a tutto quello che abbiamo vissuto».

E lo sarà anche il tour che sarà annunciato tra poco e avrà come filo conduttore l'ambiente in modo serio e costruttivo come piace fare a Elisa, quindi non semplicemente promozionale. Insomma, dopo il secondo posto al Festival di Sanremo, questa eterna esordiente si è imbarcata nell'operazione forse più ambiziosa e complessa della carriera. E lo ha fatto da maestra, dettando la linea.

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