Enrico Ruggeri asfalta il governo: "Impreparato al Covid. Ma non sono fascista"

Covid e vaccinazioni sono gli argomenti toccati da Enrico Ruggeri in una recente intervista, in cui si scaglia contro il governo e i dpcm del premier Conte

Enrico Ruggeri asfalta il governo: "Impreparato al Covid. Ma non sono fascista"

Si intravedono altri tempi duri con il prossimo dpcm del premier Conte. C’è nell’aria una nuova stretta per contenere il diffondersi del virus, una stretta che sta creando diversi malumori dato che a subire i danni maggiore è la scuola, la movida e ancora il mondo dello spettacolo. Ed è su questo argomento che si muove Enrico Ruggeri. Il celebre cantante di "Quello che le donne non dicono" e "Il mare d’inverno" tra le pagine de il Quotidiano.net ha aperto una lunga parentesi sulla situazione che l’Italia sta vivendo da un anno. Enrico Ruggeri, nella lunga intervista, ha parlato di Covid-19, di vaccino e tanti altri problemi. Confessando di essere in apprensione per l’Italia che ci sarà dopo che il virus sarà un lontano di ricordo. "L’aspetto più drammatico dell’epidemia? È che per la paura di morire stiamo per rinunciare alla vita".

E le sue affermazioni non passano di certe inosservate. Enrico Ruggeri si scaglia contro il governo e anche contro le regole imposte dai dpcm. "Chi sta al governo è chiamato a fare scelte, non può barcamenarsi e improvvisare. Il coronavirus ha trovato tutti impreparati e questo ha generato risposte caotiche –esordisce il cantante -. Ti raccontano cose terribili, danno i numeri di vittime e contagi senza spiegazioni. Logico che la gente sia impressionata", continua. Poi rivolge uno sguardo al suo lavoro di artista che, durante lo scorso anno, è stato messo alle strette a causa delle misure di contenimento.

"Faccio un tampone ogni tre giorni, più dei calciatori. Rispetto il distanziamento e uso la mascherina. Mi vaccinerò, sperando di diventare immune e tornare alla normalità – rivela – E non chiamatemi negazionista. Tanta gente muore per il Covid, ma tantissima continua a morire di cancro e malattie cardiovascolari. E’ un dato di fatto." Il lungo flusso di coscienza di Enrico Ruggeri non è di certo finito qui. C’è spazio anche per la situazione di crisi che sta affrontando la scuola, ancora divisa tra didattica online e in presenza. "Chi è più colpito da questa vita sospesa? I ragazzi. Ho due figli minorenni. La piccola ha 10 anni e se la cava. Vede i compagni e va a scuola. Ma il maschio di 15 è nei guai – rivela -. Già in una situazione normale un adolescente fa fatica, figuriamoci adesso", conclude.

Anche le ideologie politiche di Enrico Ruggeri sono argomento d’interesse. "Io un fascista? Un uomo di destra? Una definizione che mi accompagna dal 1978. Ho le mie idee. Sono fuori dagli schemi e dico quello che penso". Infatti, queste dichiarazioni non verranno dimenticate con facilità.

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