Ferragni boom, smentita la critica snob

In un giorno il suo «Unposted» incassa più di tanti «film di qualità»

Ferragni boom, smentita la critica snob

E adesso, come la mettiamo con tutti gli strali lanciati contro il «docu-film» autocelebrativo di Chiara Ferragni? L'hanno massacrata neanche fosse la peggior terrorista. Ci sono stati degli esercenti che si sono rifiutati (complimenti per la strategia commerciale) di proiettarlo con tanto di commenti entusiastici sui social a sostegno della decisione presa. Fior di critici che hanno deciso di non recensirlo perché «questo non è cinema». E cosa ti fa Chiara Ferragni: Unposted? Esordisce, in un giorno feriale, incassando 513.543 euro, con una media da capogiro di 1.307 euro per ognuna delle 393 copie distribuite. Un mese di accese polemiche, di puzza sotto il naso, di «aver sdoganato comportamenti che tutti ritenevano volgari» (Golino docet), a cosa ha portato? Al miglior risultato, al debutto, di un titolo italiano, di questo 2019. «Una folla di cretini». Sui social, ieri, si è scatenato il finimondo contro chi è stato giudicato colpevole di aver comprato (liberamente) il biglietto. Non s'ha da fare. Pazienza se, da solo, «abbia incassato in un solo giorno (martedì!) quello che molti film di qualità, premiati, amati dalla critica, non riescono a fare in tutto il loro percorso in sala» (il regista Francesco Bruni docet). Il circo mediatico della critica italiana, soprattutto radical, non ha gradito, deridendo la performance. Pazienza se poi, la stessa critica di cui sopra, non si farà troppe remore nell'esaltare, a fine anno, i grandi risultati dei film italiani, che tali saranno grazie anche (e soprattutto) al risultato del documentario sulla Ferragni. Lì, andrà bene «turarsi il naso». Ma vuoi mettere la soddisfazione di potersi ergere, oggi, a giudice di cosa sia degno di andare nelle sale e cosa no? Che poi, è sbagliato anche sostenere che avere tanti seguaci, sui social, si traduca automaticamente in biglietti cinematografici staccati. La riprova? I flop clamorosi di fior fior di youtuber, da più di un milione di fan che, una volta tentata l'avventura sul grande schermo, hanno incassato meno di un film asiatico vincitore di un Festival. Sia chiaro.

Qui, non si sta difendendo il personaggio Ferragni. Lungi da chi scrive. Solo il diritto di portare un documentario sulla sua vita, nelle sale. Oltre 50mila spettatori, infatti, hanno gradito. Fossi un esercente, non alzerei troppo il sopracciglio.

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