Cultura e Spettacoli

La Festa del Cinema diventa comizio politico con Michael Moore

Il regista, dopo aver presentato il suo "Fahrenheit 11/9", incontra il pubblico e ne ha per tutti: rincara la dose contro Trump, dà consigli alla sinistra italiana e dileggia Salvini

La Festa del Cinema diventa comizio politico con Michael Moore

All'incontro ravvicinato con il pubblico Michael Moore è un fiume in pena. Incurante dei tempi della traduttrice e corroborato dagli applausi dei fan in sala, il regista rilancia a ogni risposta. Finisce così con l'analizzare la situazione politica italiana, a suo dire non così diversa da quella americana al centro del suo "Fahrenheit 11/9".
Dovendo scegliere tra Trump, protagonista della sua ultima fatica, e George W. Bush, cui dedicò "Fahrenheit 9/11", non ha dubbi: "E' peggio Bush. Sarà sempre responsabile di crimini di guerra, a causa dell'Iraq. Ciò detto, lui e Trump sono ambedue un disastro".
Ritiene poi che in Europa sia arrivata una notizia errata, quella cioè che i voti degli operai americani siano andati all'attuale Presidente. "In realtà è stata la Clinton a incassare il maggior consenso da chi ha reddito basso, Trump è stato soprattutto votato dai bianchi ma quando i giovani e le persone di colore diventeranno la maggioranza dell'elettorato, arriverà il cambiamento". Rincara la dose profetizzando che gli attuali siano gli ultimi giorni del "dinosauro morente" come lui definisce l'uomo bianco.
Ritiene che i Media si siano sbagliati così tanto circa la previsione di chi avrebbe vinto le elezioni (il New York Times attribuiva a Trump il 15% di possibilità), perché "i giornalisti vivono in una bolla, raccontano quello che vogliono, spesso ciò che i politici dicono loro, ma non conoscono la gente di strada". Prosegue "se si rovinano le scuole sottraendogli fondi, se ci vogliono 150.000 dollari per pagare l'università, se si chiudono le biblioteche, se si consente alle grandi multinazionali di controllare la comunicazione, la nazione rincretinisce". Se ne esce infine con "ecco perché voi avete avuto Berlusconi e Salvini". Sempre più preso dalle sorti del nostro Paese: "Sono qui da cinque giorni e ho guardato molta televisione. Le persone vengono intrattenute in modo che non si accorgano di determinate questioni". La sua ricetta per la Sinistra italiana è di fare un po' come quella americana, che recentemente ha capito che "non deve sembrare troppo di sinistra".
Di Obama, da lui votato due volte, ricorda di essere stato "molto orgoglioso e commosso. La sua elezione fu un momento di grande speranza. Dopo appena un mese, però", aggiunge, "affidò la conduzione dell'economia americana a due uomini di Wall Street. Ha commesso tanti errori".


In chiusura, si dilunga in un affondo contro Salvini, da lui definito "razzista e bigotto", e congeda gli astanti con una previsione finto-rassicurante: "Non temete, Trump resterà a lungo il peggiore".

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