Cultura e Spettacoli

Un film che commuove tra sessualità e disabilità

Alessandro Savoia

Sessualità e disabilità, un tema difficile e delicato, un vero e proprio tabù in Italia. Ad accendere il dibattito ci pensa l'occhio di Adriano Morelli, giovane regista, col suo cortometraggio Hand in the Cap. La storia è quella di una madre, interpretata da Violante Placido, che guiderà suo figlio, un ragazzo di vent'anni che soffre di una grave disabilità motoria con danni neurologici, a gestire il suo impulso sessuale. Dalle prime inquadrature festose, che raccontano lo spaccato di una vita all'apparenza normale, si passa all'inquietudine della madre, in un crescendo che culmina in un finale duro, che lascia riflettere. Un'opera matura, che prelude l'esordio con un lungometraggio per Morelli che ha avuto il coraggio di scegliere come protagonista proprio un giovane, Andrea Quintavalle, affetto sin dalla nascita da tetraparesi spastica.

Scritto da Nicola Guaglianone e Chiara Lalli è prodotto dalla Sly Production di Silvestro Marino in collaborazione con la O'Groove di Pierpaolo Verga ed Edoardo De Angelis e distribuito dalla Premiere Film.

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