Tra le uscite estive è arrivato al cinema questa settimana "Le Ardenne", un noir belga avvincente e spietato, dallo stile asciutto e dall'estetica cruda, che narra in maniera violenta e dolorosa la tragedia di due fratelli e della loro donna.
Si tratta di un film composito, che sa essere allo stesso tempo un thriller criminale realistico, un dramma su una famiglia disfunzionale e un ritratto di uno spaccato sociale degradato.
Siamo nella periferia di Anversa. Kenny (Kevin Janssens) esce di prigione dopo quattro anni di detenzione per una rapina finita male di cui è il solo ad aver pagato il prezzo. I due complici di cui non ha mai fatto il nome, ovvero la sua ex, Sylvie (Veerle Baetens), e suo fratello Dave (Jeroen Perceval), si sono ravveduti nel frattempo e non vogliono più avere niente a che fare con la vita balorda di prima. Kenny è il solo, nonostante la galera, a essere rimasto una testa calda, sempre sul punto di esplodere in atti di incontrollabile violenza. Sarà davvero difficile, per chi gli è intorno, metterlo al corrente di alcuni significativi cambiamenti avvenuti in sua assenza.
Difficile da credere, vista la regia sicura e la ricercatezza di certe inquadrature, ma "Le Ardenne" è un'opera prima, quella del giovane Robin Pront, autore anche della sceneggiatura assieme a uno degli attori protagonisti, Jeroen Perceval.
La caratterizzazione dei personaggi, resi in maniera ambigua e inquietante, è curata almeno quanto quella del contesto sociale in cui si muovono. Certe sonorità tecno-elettroniche, la luce plumbea, la pioggia e il grigiore creano una sensazione di tragedia incombente. Quello descritto è un mondo in cui non c'è posto per sognare altro se non la normalità e in cui la scelta è tra lavori umili o delinquenza. Su di uno sfondo cinico e corrotto fatto di malavita, povertà, droga e alcool, il film disegna la discesa negli inferi del dolore esistenziale e racconta di amori, tradimenti e fratellanza con tonalità shakespeariane.
Le Ardenne del titolo incarnano per i protagonisti l'infanzia rimpianta e l'innocenza perduta eppure è proprio in quelle aree forestali che avrà luogo il climax violentissimo della parte finale del film.
La tensione è trattenuta e viscerale per buona parte
del girato, fino al deflagrare di un incubo senza fine che fagocita indistintamente innocenti e colpevoli.Il finale è particolarmente efficace perché suggellato da un riuscito colpo di scena, cosa sempre più rara da vedere.
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