Il film del weekend: "The Conjuring 2 - Il caso Enfield"

I coniugi Warren tornano a indagare sull'orrore. Ispirato a una storia vera, il sequel è più terrificante e appassionante del primo film

Il film del weekend: "The Conjuring 2 - Il caso Enfield"

Da qualche anno il cinema horror sta tornando al successo popolare grazie a film firmati da un cineasta malese naturalizzato australiano, James Wan. Dopo aver regalato ai cultori del genere titoli come "Saw", "Insidious I e II" e "The Conjuring", quello che si avvia a essere consacrato come il nuovo maestro del cinema dell'orrore si prende il lusso di forgiare un sequel che è migliore dell'originale con "The Conjuring 2 - Il caso Enfield".
Siamo nel 1977. La coppia di popolari demonologi americani, Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga), è incaricata dalla Chiesa di fare luce sull'autenticità di un caso che in Inghilterra ha scatenato un circo mediatico. I due si trovano quindi a Enfield, a nord di Londra, in una casa che sembra posseduta da un'entità maligna. A fare da catalizzatore di effetti di poltergeist è una ragazzina di undici anni, Janet (Madison Wolfe), che vive lì con la madre e tre fratelli. Per Ed e Lorraine sarà una delle indagini paranormali più terrificanti della loro carriera.
Per far gelare il sangue davvero, è buona regola comunicare al pubblico di ispirarsi a una storia vera. Ebbene, il regista non solo ha scelto uno dei casi legati al mondo dell'occulto più documentati di sempre, ma ne ha resa una trasposizione a dir poco puntuale in termini di ricostruzione audiovisiva. A questo proposito, guai a lasciare la sala prima della fine dei titoli di coda perché metà del terrore sta tutto lì dentro, nelle foto d'epoca e nelle registrazioni d'archivio.

Il film gioca per 134 minuti con le nostre paure, le più ataviche ed elementari, costruendo la suspense in maniera lenta e graduale, mantenendo costante il senso di minaccia per poi scatenare, dopo tanti indugi, un vero e proprio pandemonio infernale. La tempesta, quando arriva, è quasi liberatoria. La regia ha piena padronanza di quella che è un'architettura visiva ricca, il cast si mostra all'altezza a cominciare dai bambini che regalano performance credibili e la chimica tra i due protagonisti, Patrick Wilson e Vera Farmiga, si conferma eccezionale.

Tra mobili che si spostano da soli, seminterrati allagati e ambienti carichi di iconografia cristiana, a tempo debito compare una suora demoniaca cui sarà dedicato uno spin-off del franchise.
Se film horror deve essere, nonostante se ne studino da anni gli effetti negativi sulla psiche, almeno che sia di grande qualità come questo.

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