Il film del weekend: "I mercenari 2"

Azione ed autoironia in una cameratesca rimpatriata di star del machismo senza confini

Il film del weekend: "I mercenari 2"

Sono tornati sullo schermo in un attesissimo secondo episodio i “sacrificabili” (titolo originale) ossia i combattenti mercenari capitanati da Silvester Stallone che stavolta cede la regia a Simon West (Lara Croft: Tomb Raider e Professione assassino), restando comunque protagonista, co-sceneggiatore e produttore della pellicola.

Mr. Church (Bruce Willis) ha una missione apparentemente facile per Barney Ross (Silvester Stallone) e i suoi uomini: recuperare una misteriosa custodia dal relitto di un aereo appena schiantatosi tra i monti dell’Est Europa. Durante l'operazione però qualcosa va storto e c’è chi ci rimette la vita per mano di Jean Vilaine (Jean-Claude Van Damme), capo di un’organizzazione criminale. Vendicare il compagno di squadra ucciso diventa a questo punto la nuova priorità per i mercenari.

Al già nutrito cast di attori mitologici del film del 2010, ovvero Silvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis, Jason Statham, Dolph Lundgren, Jet Li, Randy Couture e Terry Crews, vanno ad aggiungersi due mostri sacri quali Chuck Norris e Jean-Claude Van Damme. Il primo, settantaduenne, compare il tempo necessario a scherzare sulla dimensione mitica che oramai avvolge la sua figura e lo fa in maniera memorabile. Il secondo è un cattivo da antologia, forse un po’ stereotipato ma la cosa sembra voluta se andiamo a vedere il nome di chi interpreta: Vilaine. Ci sono anche due new entry per fare da richiamo alla fetta di pubblico dei giovanissimi: la cinese Yu Nan e Liam Hemsworth (visto in “Hunger Games” e fratello del Thor cinematografico).

Considerato il numero di protagonisti, sono molti i sottoutilizzati del cast e si capisce bene quanto la dimensione umana dei vari personaggi sia per forza di cose trascurata. L’azione è iperbolica, poco credibile e concentrata quasi tutta nei minuti del prologo e nel finale. “I Mercenari 2” del resto è una pellicola che mira ad essere una carrellata di icone più che un vero film d’azione. Anche per questa intenzione di base non è un’opera giudicabile in stretto senso critico perché nasce come omaggio ai fan da parte di vecchie glorie consapevoli di essere pezzi da museo, ma che hanno voglia di ridersi un po’ addosso ammiccando continuamente con citazioni cinefile parodistiche al proprio pubblico. Al primo episodio, malinconico e aspirante epico, fa seguito quindi un grottesco e divertente gioco a ricordare i bei tempi cui si accompagnano alcune scene al limite della satira di genere, stile Scarie Movie.

I difetti del girato sono a tratti mastodontici, l’azione è convulsa e fracassona, la trama ridotta ai minimi termini, i dialoghi spacconi quando non sciocchi e l’umorismo elementare che più non si può.

Poco importa; la verità è che ci si diverte e che a buona parte del pubblico di devoti forse basterà vedere i bei faccioni amati, anche se semiparalizzati dal botox, per ricordare le loro imprese passate e sorridere complici di questa celebrazione dell’ autoironia.

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