Dopo lunga e travagliata gestazione e a ben ventidue anni di distanza dal primo "Jurassic Park" firmato da Spielberg, è arrivato nelle sale il quarto capitolo della saga dedicata ai dinosauri ed è un sequel degli altri tre film, ma anche una sorta di remake e reboot del primo e più riuscito episodio. Di quest'ultimo replica quasi esattamente l’intreccio. Il sogno di John Hammond è divenuto realtà: il parco dei divertimenti di Isla Nublar è oramai aperto e vanta la presenza giornaliera di circa ventiduemila persone. Il pubblico, è noto, si abitua in fretta e così, per tenerne desto l'interesse, viene creata in laboratorio una nuova attrazione: un ibrido genetico tra più specie di dinosauro, che viene denominato Indominus Rex. Ben presto il bestione si mostra più forte e intelligente di quanto previsto e, una volta sfuggito alla sorveglianza, mette seriamente in pericolo i presenti sull'isola.
Tra tutti, i più coinvolti nella ricerca di una soluzione saranno un addestratore di velociraptor, Owen Grady (Chris Pratt), e la responsabile della sicurezza, Claire Dearing (Bryce Dallas Howard). Il film si pone la stessa sfida del parco: tentare di meravigliare un pubblico che ha sempre più difficoltà a lasciarsi stupire, abituato com'è alle avventure visive estreme possibili oggi con la computer grafica. La regia di Colin Trevorrow è spigliata e consapevole, la coppia di attori protagonisti funziona alla grande, ritmo e adrenalina non mancano e di sicuro non ci si annoia nonostante lo script sia davvero elementare. Gli effetti speciali rendono credibili gli animali preistorici e si resta facilmente ammaliati dalla splendida fotografia così come dalle maestose scenografie. I fan che hanno avuto il loro imprinting con la pellicola del lontano 1993 avranno un sussulto ogni volta che il nuovo lungometraggio farà riferimento al vecchio film attraverso le numerose citazioni di cui è costellato e, magari, un vero tuffo al cuore quando il tema musicale di John Williams, qui riarrangiato da Michael Giacchino, introdurrà la prima panoramica del parco.
Eppure, alla fine della visione, l'esperienza non sarà stata che una pallida fotocopia di quella che "Jurassic Park" permise di vivere all'epoca, rendendo possibile qualcosa che non era mai avvenuto prima: un incontro realistico con creature selvagge vissute 65 milioni di anni fa. Per quanto si tratti di un buon prodotto, infatti, "Jurassic World" costituisce l'ennesima grande produzione hollywoodiana e non certo uno spartiacque.
E', in sostanza, un'attualizzazione del concept alla base del franchise e un pop-corn movie dal sapore un po' retro'. Due ore di intrattenimento gradevolissimo e spettacolare che però non lasciano traccia. Creare esperienze indelebili, del resto, è prerogativa di pochi e non tutti nascono Stephen Spielberg.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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