Cultura e Spettacoli

Il film del weekend: "Il Libro della Giungla"

Tra richiami all’originale cartone del 1967 ed effetti digitali mai così realistici, la versione live-action del romanzo di Kipling è davvero uno spettacolo affascinante

Il film del weekend: "Il Libro della Giungla"

A mezzo secolo dall'uscita del lungometraggio animato prodotto da Walt Disney (che morì nel periodo della sua lavorazione), "Il Libro della Giungla" torna al cinema con una nuova e sorprendente veste live-action. La storia nata dalla fantasia dello scrittore inglese Rudyard Kipling ha in questo film un adattamento non solo visivamente splendido ma anche narrativamente avvincente, perfino per i moltissimi che già la conoscono. Il regista, Jon Favreau (padre dell'Iron man cinematografico), ha dalla sua una computer grafica che raggiunge un grado di fotorealismo impressionante e mai come in questo caso l'impiego del 3d appare giustificato.

Mowgli (Neel Sethi), giovane cucciolo di uomo, si trova orfano e disperso nella giungla quando viene trovato dalla pantera Bagheera. La bestia, anziché divorarlo, mossa da pietà lo consegna a una famiglia di lupi affinché lo cresca. Il tempo scorre e la tigre Shere Khan, vendicativa nei confronti degli umani rei di averle procurato cicatrici, scopre l'esistenza del bambino e promette di eliminarlo prima che diventi una minaccia. Mowgli, per non mettere in pericolo il branco, decide di abbandonarlo e di andare in cerca del proprio posto nel mondo. Inizia quindi un viaggio avventuroso sotto la guida della pantera Bagheera e in compagnia dello spensierato orso Baloo. Ma la tigre Shere Khan non ha rinunciato a dargli la caccia.

Nonostante siamo davanti a un unico attore che si muove in una giungla ricostruita in digitale e che interagisce con bestie parlanti, tutto appare reale in maniera sconcertante. Neel Sethi, bambino al suo esordio cinematografico, appare l'incarnazione perfetta del personaggio di Mowgli. L'assoluta eccellenza del comparto tecnico e il felice connubio di live-action ed effetti speciali, danno luogo a uno spettacolo che lascia senza fiato. Anche a livello emotivo l'opera è solida: un viaggio di formazione coinvolgente e amabile a tutte le età. Le scene action si alternano ora ad altre leggere e giocose, ora a momenti davvero cupi e drammatici. Ci si commuove di fronte alla vista di come i legami affettivi possano consentire agli esseri viventi di travalicare la specie di appartenenza e il film accenna a tematiche come l'accettazione del diverso e l'importanza peculiare di ogni forma di vita. E' affidato alla sequenza finale un invito: ciascuno faccia la differenza mettendo a disposizione le proprie specifiche capacità. Mai scontato il concetto di civiltà che echeggia durante il film: a rendere tale una comunità sono la comunanza di obiettivi, la condivisione della stessa legge morale e l'immersione nella medesima matrice affettiva, non i connotati somatici o biologici dei suoi componenti.

Forse un paio di momenti musicali, atti a creare un legame diretto con il cartoon di mezzo secolo fa, suonano poco organici e stilisticamente forzati, ma poco importa: la Disney consegna al suo pubblico un'avventura coinvolgente, educativa ed esteticamente bellissima.

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