Il film del weekend: "Maze Runner - Il labirinto"

Tensione e mistero rendono avvincente l'incipit della saga young adult tratta dai libri di James Dashner

Il film del weekend: "Maze Runner - Il labirinto"

Basato sull'omonimo romanzo best-seller di James Dashner e primo capitolo di una trilogia, il film "Maze Runner" è l'ultimo esempio, in ordine di tempo, di blockbuster tratto dal filone distopico della cosiddetta letteratura young adult; nasce quindi, come "Hunger Games" e "Divergent", per la fascia di pubblico che si trova, approssimativamente, tra i 14 e i 21 anni d'età, ma è lecito pensare che saprà intrattenere a dovere anche gli adulti grazie ad una trama avvincente, intrigante e colma di mistero.

Thomas (Dylan O'Brien), il protagonista, è un ragazzo che si sveglia in un montacarichi che lo conduce in mezzo ad una radura limitata da invalicabili mura di pietra. Non ricorda nulla di sé, né della sua vita. Intorno ha una ventina di coetanei che gli spiegano che anche loro sono giunti lì, uno al mese, con le stesse modalità e privi di ricordi; gli raccontano di come, per sopravvivere, si sono dati delle regole e dei ruoli organizzandosi in una sorta di società tribale. Lo informano inoltre del fatto che al mattino le mura si socchiudono e permettono di accedere ad un labirinto che ogni notte cambia conformazione e si popola di mostruosi custodi. I ragazzi più veloci si avventurano ogni giorno là dentro cercando una via d'uscita. Nessuno sa chi abbia creato l'enorme marchingegno e a che scopo, ma il nuovo arrivato farà di tutto per scoprirlo.

Il film procede come un videogioco a livelli e ha il merito di mantenere continuamente desta l'attenzione durante quello che è un emozionante e tortuoso percorso verso la verità. La tensione è ben costruita e, sebbene i personaggi siano un po' stereotipati, l'empatia è profonda perché il punto di osservazione dello spettatore non è minimamente avvantaggiato rispetto a quello dei ragazzi imprigionati. Ci si sente davvero ad un passo da Thomas, l'unico abbastanza curioso e coraggioso da essere in grado di mettere in discussione lo status quo della radura; il suo talento nell'infrangere i tabù della comunità permette alla situazione di evolvere. A un certo punto, lo scontro tra chi vuole continuare a vivere sicuro e sottomesso all'interno delle mura e chi considera che quella non sia vita e sia necessario prendersi dei rischi, è inevitabile e alla minaccia esterna dei mostri biomeccanici, i Dolenti, si aggiunge uno scontro intestino.

A rendere appetibile la pellicola è la maestria con la quale riesce a mantenere il ritmo pur celando fino all'ultimo le risposte ai molti interrogativi posti.

Bisogna ammettere che il finale non è all'altezza del resto, perché è costituito da una serie di frettolosi e confusi colpi di scena di cui almeno uno fuori luogo (l'incomprensibile ricomparsa del leader della fazione rivale).

I pochi malcapitati che si saranno seduti in sala ignorando si tratti di una saga a episodi, usciranno frustrati e delusi da una risoluzione tanto inconcludente; tutti gli altri, invece, desiderosi di gustare al più presto il seguito.

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