Ogni tanto arriva nelle sale un nuovo film horror destinato ad interrompere l'astinenza dei numerosi estimatori del genere i quali, fiduciosi, si precipitano al cinema ma ne escono con la sensazione di essere stati ancora una volta intrattenuti con qualcosa di commerciale e di poco memorabile. "Ouija" dell'esordiente Stiles White, appena approdato nelle sale, purtroppo non fa eccezione. Con il termine "ouija" (dall'unione della parola "sì" in francese e in tedesco) si indica uno strumento atto ad evocare gli spiriti, nato in forma rudimentale tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, e poi commercializzato dalla Hasbro in era moderna, a partire dal 1991, come gioco da tavolo per ragazzini. Si tratta di una tavoletta che reca le lettere dell'alfabeto, i numeri da 0 a 9, le tre parole “Sì”, “No” e “Goodbye” e dotata di una planchette, ossia un indicatore mobile che, "mosso da forze occulte", compone le risposte alle richieste dei partecipanti.
Da piccole, Laine (Olivia Cooke) e Debbie (Shelly Hennig) erano solite intrattenersi con la tavola ouija, fingendo di comunicare con l'aldilà. Una volta cresciuta, Debbie si imbatte nuovamente in quell'oggetto sinistro ed infrange una delle regole chiave, usandolo da sola. Le conseguenze dell'incauto gesto non si fanno attendere perché qualcosa di oscuro irrompe in casa e la ragazza si suicida. Sconvolta dall'accaduto, Laine vuole fare chiarezza e decide di tentare di ricontattare, proprio attraverso la tavoletta, l'amica defunta. A questo scopo coinvolge i suoi amici mettendone inconsapevolmente a repentaglio la vita. Sebbene non ci sia traccia di originalità, va dato comunque atto al regista di aver dotato la pellicola di un prologo piuttosto convincente e di una confezione tecnica apprezzabile. Il film assolve al suo dovere di spaventare e tenere in tensione per più tempo possibile lo spettatore, ma lo fa con colpi di scena "telefonati" e usando meccanismi classici; a mancare è il terrore vero e avviluppante che solo una buona sceneggiatura può creare.
Piuttosto che proporre cose già viste, sarebbe bastato passare in rassegna le numerose e terrificanti leggende metropolitane nate negli anni attorno all'uso della tavoletta, per trarre spunti preziosi. Sull'approssimazione e prevedibilità della trama ha forse pesato l'infondato convincimento che il pubblico degli adolescenti, cui il film è destinato, viva l'horror come intrattenimento da popcorn, si accontenti di saltare sulla sedia ogni tanto e di riconoscere nel cast giovani volti noti di alcune serie tv. Eppure è un peccato che lo spettatore, ancorché ragazzino, debba accontentarsi di personaggi dai dialoghi tanto esili e dalla caratterizzazione così ridotta all'osso, nei confronti dei quali non nasce il minimo coinvolgimento e che perciò, nel loro scomparire uno dopo l'altro in maniera assai scontata, lasciano indifferenti.
Ad ogni modo, "Ouija", nella lunga lista di titoli in cui vengono risvegliati spiriti satanici che finiscono con l'infestare una casa e seminare terrore tra i suoi frequentatori, non è certo tra i peggiori degli ultimi anni, anzi. Quel che sfugge è perché tra i suoi produttori ci sia la Hasbro considerato che, una volta usciti dalla sala, l'ultima cosa che viene in mente di fare è acquistare il gioco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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