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Fiore del deserto, l'orrore dell'infibulazione. Così hanno salvato la protagonista del film

Fiore del deserto è il film che, nel raccontare la vera storia di una modella somala, ha salvato anche una bambina dal terribile rituale dell'infibulazione

Fiore del deserto, l'orrore dell'infibulazione. Così hanno salvato la protagonista del film

Fiore del deserto è il film che va in onda questa sera alle 21.30 su Canale 5. Diretto da Sherry Hormann, la pellicola è tratta dall'autobiografia della modella di origine somala Waris Dirie che, come ricorda Coming Soon, non è solo un'indossatrice ma anche un'ambasciatrice Onu.

Fiore del deserto, la trama

La storia di Waris Dirie inizia quando la donna è ancora una bambina, quando non capisce molto del mondo ma è già costretta ad arrendersi ai rituali della sua società e della cultura in cui la sua famiglia vive. La bambina ha solo tre anni quando le viene praticata l'infibulazione, la terribile mutazione ai genitali femminili. A tredici anni, invece, viene venduta come sposa, come avviene a molte altre sue coetanee, costrette ad accettare matrimoni di convenienza con uomini molto spesso più vecchi di loro. Tuttavia Waris (Liya Kebede) riesce a scappare dal suo destino e riesce a trovare rifugio dal nonno, che prima la ospita a Mogadiscio e poi le permette di trovare un passaggio fino a Londra, il più lontano possibile dalle tradizioni della loro cultura. Nella capitale britannica, Waris viene assunta come serva nell'Ambasciata del suo Paese ed è costretta ad accettare sempre e solo lavori umili, anche perché le viene quasi vietato di imparare l'inglese. La sua vita, però, è destinata a cambiare di nuovo quando il fotografo Terry Donaldson (Timothy Spall) la nota e, seppur con qualche diffidenza, convince Waris a posare per lui e per alcuni scatti. Per Waris, allora, inizierà una nuova vita che la porterà non solo a diventare una modella famosa a livello internazionale, ma anche un'ambasciatrice che lotta in prima persona contro le mutilazioni genitali femminili.

Così è stata salvata la protagonista del film

La vera Waris Dirie, la cui vita è racchiusa in questo lungometraggio, ha sempre lottato contro le mutilazioni genitali femminili, ancora molto diffusa in alcune zone dell'Africa. Il suo impegno sociale è stato tale da influenzare anche la realizzazione di Fiore del deserto. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, la giovane attrice che si vede interpretare una piccola Waris mentre si sottopone all'infibulazione è stata accettata solo dopo una contrattazione specifica. L'attrice è Safa Idriss Nour ed è stata assunta a condizione che i suoi genitori firmassero un contratto nel quale si impegnavano a non sottoporre mai la ragazzina al rituale che comportava la mutilazione genitale. Nel 2011, quattro anni dopo la firma di tale contratto, la veria Dirie ricevette una lettera in cui Nour le spiegava che i suoi genitori sembravano aver cambiato idea e stavano pensando di effettuare l'infibulazione sulla figlia. Secondo IMDB, Dirie avrebbe commentato la notizia dicendo: "Ero sotto choc ed ero molto arrabbiata. Ho capito che avrei dovuto volare fino a Djibouti per salvare la mia piccola ragazza da quel crimine brutale". Arrivata in città Dirie scoprì che la paura di Nour - che all'epoca aveva sette anni - era ben riposta. La sua famiglia subiva ricatti ed era ostracizzata dai vicini: venivano trattati come dei reietti per il rifiuto di fare qualcosa di tanto tradizionale. Inoltre i vicini erano anche gelosi del supporto economico e medico che la famiglia di Nour riceveva dall'ente benefico di Dirie, che si chiama Desert Flower Foundation.

Dirie commentò questo aspetto dicendo: "La famiglia di Safa era circondata da altri che ogni giorno faticavano per sopravvivere. Anche se le famiglie avevano davvero poco denaro, risparmiavano ogni singola moneta che avevano per poter tagliare le loro figlie, perché altrimenti non avrebbero avuto una dote della sposa dal loro futuro marito. Grazie al nostro supporto la famiglia di Safa era indipendente da questo meccanismo, ed era la prima a poter mettere un freno a questo circolo vizioso." Dirie ascoltò il racconto di Nour di come sua nonna effettuasse alcune mutilazioni in casa e di come le ragazze urlassero come Nour aveva dovuto fare nel film.

A quel punto Dirie decise di portare la famiglia della giovane attrice in Europa, dove mostrò il lavoro della fondazione benefica, al punto da convincere anche il padre della giovane Nour dell'insensatezza di quella tradizione, al punto da trasformarlo in un vero e proprio attivista contro le mutilazioni femminili.

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