Cultura e Spettacoli

«Forte...» parte piano Il talent della Carrà sembra una forzatura

«Forte...» parte piano Il talent della Carrà sembra una forzatura

C'è pure la drag queen nel gaio carrozzone attratto da Raffaella Carrà e dal suo Forte Forte Forte . Una drag queen inguainata di pelle nera e con il trucco pesante come da copione. Siamo in prima serata su Raiuno ma i tempi cambiano eccome. La Raffa nazionale è un'icona di questo bel mondo e dunque perché non sfruttarlo per far lievitare un po' gli ascolti? Nemmeno questo però è bastato ad andare oltre il modesto 15,52 per cento (meno di quattro milioni di spettatori).

Buon'ultima, anche la Tv di Stato si accoda alla moda dei talent show. Un po' Amici , nella multidisciplinarietà. Un po' X Factor , nella disposizione della giuria e dello studio, Forte al cubo è, in realtà, meno di questo e meno di quello. Ed è curioso che, dopo aver lasciato andare a Sky proprio X Factor e aver lanciato su Raidue The Voice , ora ci sia bisogno di questo ibrido alla ricerca della «nuova star della televisione italiana», mica bruscolini. Una showgirl o uno showman. La mission è la completezza. «Sai cantare, non basta. Sai ballare, non basta. Sai parlare, non basta». Visti i concorrenti promossi, beato chi ci crede. Il fatto è che a The Voice , in due edizioni, la Carrà non era riuscita a spuntarla, e quindi meglio farsi il talent a propria immagine e somiglianza. Così tutto ruota intorno al suo caschetto eternamente biondo, scuotendo il quale può decidere di promuovere il ragazzetto di turno a suo insindacabile giudizio. Gli altri giurati sono la cornice. Joaquim Cortes e Phlippe Plein parlano un italiano minimo e Asia Argento, in versione dark lady ripulita, stenta ad essere più di una citazione di Morgan e del talent vero. Ivan Olita, l'unico spigliato, dovrebbe essere l'Alessandro Cattelan della situazione. Dovrebbe. In regia Raffa si è portata Sergio Iapino e in produzione lo staff di Bibi Ballandi, che tiene su la baracca come può. Ma il sentore di forzatura e di artificio si avverte da lontano. Ragazzi che fanno «ooohh» quando entrano in studio con le manine giunte e la lacrima facile. Iperboli per promuovere concorrenti modesti. Difficoltà a giustificare le bocciature.

Purtroppo si ha la sensazione che la Carrà abbia fortissimamente voluto lo show e, a proposito di forza, i dirigenti Rai non ne abbiano avuta abbastanza per dirle di no.

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