Andrea Cangini
«Inserire nella Costituzione un preambolo dedicato all'amor patrio, al legame nazionale, all'italianità come matrice di civiltà». Leggere, ieri, su queste colonne l'appello di Marcello Veneziani e aderirvi è stato un tutt'uno. Un moto dell'anima, più che della ragione. Perché non è con la ragione che ha a che fare il patriottismo, ma col sentimento. Un sentimento che in un Paese come l'Italia, dall'identità fragile e dal fragilissimo senso di appartenenza, va maneggiato con amore e incoraggiato con metodo. Con metodo e, dati i tempi, con cautela. Il 4 novembre sarà il centenario della Vittoria italiana nella Grande Guerra. Veneziani ce lo ricorda, e nel ricordarlo prevede festeggiamenti sommessi. Dà per scontata l'indifferenza dello Stato italico nei confronti della propria storia, Veneziani, e la attribuisce ad una strutturale carenza di spirito patriottico. Ha ragione. Siamo infatti ancora alle prese con l'antico monito di Massimo D'Azeglio: «Fatta l'Italia, occorre fare gli italiani».
Non possiamo tradire la memoria del Risorgimento. Perché per crescere, e per crescere bene, occorre sentirsi parte di una comunità spirituale e storica. Forti di radici profonde, consapevoli di un comune destino. Ed è proprio perché, dopo decenni di ubriacatura globalizzatrice, parole come Stato e Nazione sembrano tornate virulentemente di moda, che c'è bisogno di declinarle al meglio secondo un sano spirito patriottico. «Patriottismo è quando l'amore per la tua gente viene per primo; nazionalismo quando l'odio per quelli diversi della tua gente viene per primo», diceva Charles de Gaulle. Solitudine, frustrazione e social oggi alimentano l'odio. Non l'individualismo, sano principio liberale, ma l'egoismo. È proprio per questo che il patriottismo va coltivato.
La parola Patria comprare nella nostra Carta costituzionale solo due volte: quando si parla del servizio militare (art. 52) e quando si parla dei senatori a vita (art. 59). Riferimenti importanti, ma non sufficienti. Una nazione ricca di passato come la nostra merita di più. Perciò Forza Italia aderisce con convinzione all'appello di Marcello Veneziani e se ne farà carico in parlamento. Siamo certi che Fratelli d'Italia sarà al nostro fianco.
Confidiamo nel sostegno della Lega di Matteo Salvini, che oggi inasta quello stesso Tricolore che per decenni ha vilipeso. Sul Movimento 5stelle, privo com'è di radici culturali e di bussola politica, non sapremmo davvero dire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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