Le foto che crearono il mito rock 'n' roll del giovane Presley

In un libro le immagini di Alfred Wertheimer Trascorse il 1956 accanto al futuro «re»

Le foto che crearono il mito rock 'n' roll del giovane Presley

«Elvis chi?». Una domanda assurda ma mica poi tanto ai primi di marzo del 1956, quando il futuro re del rock'n'roll aveva già scosso le coscienze musicali e fatto ampiamente scandalo ma era appena approdato, con il nuovo contratto alla Rca Victor, nell'élite dell'industria musicale. «Elvis chi?», ribadì il giovane fotografo freelance di New York City Alfred Wertheimer quando Anne Fulchino, produttrice della Rca, gli propose di fare qualche scatto al nuovo acquisto della scuderia. Fu così, grazie a un incontro casuale - Wertheimer fu presentato alla Fulcino da Paul Schutzer, il fotografo assassinato nella striscia di Gaza durante la Guerra dei Sei Giorni mentre lavorava per Life - che nacquero le foto più belle e intense di Presley, oggi pubblicate nello splendido librone Elvis and the Birth of Rock and Roll di Alfred Wertheimer (Taschen, pagg. 360, euro 40,99).

Elvis aveva solo 21 anni e Wertheimer due o tre in più; erano coetanei e si capirono subito. Il fotografo disse: «Appena lo vidi, capii che quel ragazzo aveva qualcosa di unico e una strana storia che meritava di essere raccontata», mentre Elvis, per nulla infastidito dall'invadenza dei media, replicò: «Come si fa a sapere chi sono se in giro c'è solo la mia musica? Siamo nell'era della fotografia, quindi perché non cooperare». Così, nel giro di due settimane, Wertheimer si appiccicò a Elvis raccogliendo più di 2500 immagini e sorprendendolo non solo nel suo percorso verso la gloria (epiche le foto allo Stage Show di Tommy e Jimmy Dorsey del 17 marzo '56 che lo portarono nell'empireo del rock) ma anche intimamente, in bagno a torso nudo con un asciugamano al collo mentre si sistema il ciuffo, mentre acquista camicie al Supreme Men's Shop di Broadway, mentre dorme su un divano del Warwick Hotel. Numerosi gli scatti mentre si esibisce in privato (o in studio) al pianoforte e alla chitarra (per esempio quando suona solo in una stanza e ispirato il suo amato gospel, o quando si esibisce davanti al Colonnello Parker e al cugino Junior Smith) o ancora immagini curiose come quella in cui il bassista Bill Black, di notte, è a caccia di un taxi alla Penn Station con Elvis appoggiato ad un muro che legge un quotidiano.

Elvis si è lasciato riprendere anche nei momenti di intimità con Barbara Gray (la bellona la cui identità è rimasta sconosciuta fino al 2011, 55 anni dopo le foto) dove giocano, si abbracciano e persino si baciano - il solito «scandaloso» Elvis - lingua in bocca. Imperdibili per i musicofili le foto dei concerti, dove sembra di «vivere» il suo sensuale movimento pelvico, dove sembra di sentire la sua chitarra, dove si vedono i suoi abiti estremamente moderni e attuali (soprattutto le giacche a righe in stile college, i pantaloni chiari stretti e le scarpe stringate a punta). Epiche quelle (alcune a colori) dello Steve Allen Show dove, dopo la scandalosa esibizione al Milton Berle Show (dove eseguì, secondo la critica, una Hound Dog indemoniata ed erotica) fu costretto a ricantare il brano in smoking dedicandolo a un basset hound con uno strano cappellino nero (il basset hound, non Elvis). Tutt'altro che infastidito da questa invasione della privacy, Elvis si vantava di avere un fotografo personale.

Un giorno in treno, mentre tornava a Memphis per uno show, abbordò due ragazze chiedendo: «Stasera venite al mio concerto?». «Come facciamo a sapere che sei Elvis?», risposero le due giovani. «Pensate che mi farebbero così tante foto se non fossi lui?».

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