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La (vera) storia de Il generale Dalla Chiesa

Il generale Dalla Chiesa è un'opera che porta sul piccolo schermo la storia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che svolse un ruolo fondamentale nella lotta contro la mafia

La vera storia de Il generale Dalla Chiesa

Il generale Dalla Chiesa - che andrà in onda questa sera su Canale 5 alle 21.24 - è il film di Giorgio Capitani che vede Giancarlo Giannini vestire i panni del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, padre di Rita Dalla Chiesa, ma soprattutto simbolo di quell'Italia onesta e onorevole che non si è mai piegata ai soprusi. Un eroe che ha combattuto contro la mafia e il terrorismo, senza mai arrendersi davanti alla criminalità.

Il generale Dalla Chiesa, la trama

Nato come miniserie in due episodi, Il generale Dalla Chiesa è il film che ripercorre la vita di Carlo Alberto Dalla Chiesa (Giannini): dai primi passi nel mondo militare, passando per l'impegno durante la Seconda guerra mondiale, fino alla lotta contro il terrorismo e la mafia. L'opera di Giorgio Capitani racconta anche i matrimoni dell'uomo, prima con Dora Fabbo Dalla Chiesa (Stefania Sandrelli) e poi con Emanuela Setti Carraro (Francesca Cavallin).

Chi era Carlo Alberto Dalla Chiesa

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è riconosciuto come uno dei più alti simboli della lotta contro la mafia, nonché un vero e proprio eroe per l'arma dei carabinieri. Nato a Saluzzo il 27 settembre 1920, il generale Dalla Chiesa era figlio di un ufficiale dei carabinieri che, come riporta la Treccani, si ritirò nel 1955 con il grado di vice comandante generale dell'Arma. Questo fece sì che Carlo Alberto Dalla Chiesa crescesse in un ambiente dove la legge, l'onore e l'amore per la patria fossero elementi fondamentali. Un ambiente domestico caratterizzato dal rispetto e dall'amore per l'Arma dei Carabinieri, che aveva dato un lavoro anche al fratello minore Romolo Dalla Chiesa.

Carlo Alberto Dalla Chiesa inizia la sua carriera militare nel 1941, quando viene scelto come sottotenente durante la guerra del Montenegro. Un anno dopo, dopo essere entrato nei carabinieri, come racconta il sito dell'Arma dei carabinieri,"viene assegnato alla tenenza di San Benedetto del Tronto". Ebbe anche un ruolo importante durante la Seconda guerra mondiale e l'occupazione nazista: si rifiutò sempre di svolgere azioni anti-partigiane e anzi collaborò attivamente, diventando responsabile delle trasmissioni radio clandestine, che avevano un canale aperto con le forze degli alleati americani.

Come riporta ancora il sito della Treccani, Dalla Chiesa considerò il suo servizio durante la Seconda guerra mondiale come una delle esperienze fondamentali non solo della sua carriera, ma della sua intera esistenza. In particolare sottolineò l'importanza della resistenza, che ricordò sempre con molto onore perché "mi trovai alla testa di bande di patrioti e responsabile di intere popolazioni." Nel luglio del 1946 sposò Dora Fabbo, anche lei discendente da una famiglia dedita all'Arma. Dal matrimonio nacque Rita Dalla Chiesa, nota conduttrice telesiva: a lei seguirono altri due figli, Fernando Dalla Chiesa e Simona Maria Dalla Chiesa. Nel settembre del 1949 entrò a far parte del Corpo Forze Repressione Banditismo (CFRB) in Sicilia: dopo aver vissuto per alcuni annni ad Agrigento con il padre, Dalla Chiesa aveva un rapporto di profondo amore per la Sicilia, che divenne ancora più forte quando il suocero assunse il comando della Legione di Palermo.

Per la sua attività al CFRB Dalla Chiesa ricevette una medaglia d'argento al valor militare. Sul sito dei carabinieri si può leggere la motivazione di tale onore, in cui è scritto: "Durante nove mesi di lotta contro il banditismo in Sicilia cui partecipava volontario, dirigeva complesse indagini e capeggiava rischiosi servizi, riuscendo dopo lunga, intensa ed estenuante azione a scompaginare ed a debellare numerosi agguerriti nuclei di malfattori responsabili di gravissimi delitti. Successivamente, scovati i rifugi dei più pericolosi, col concorso di pochi dipendenti, riusciva con azione rischiosa e decisa a catturarne alcuni e ad ucciderne altri in violento conflitto a fuoco nel corso del quale offriva costante esempio di coraggio".

Carlo Alberto Dalla Chiesa contro la mafia

Dopo una breve battuta d'arresto nella sua carriera militare, Carlo Alberto Dalla Chiesa assunse il comando della Legione di Palermo nel 1966, rivestendo un ruolo principale in quella che è considerata la prima guerra della mafia. Se da una parte Carlo Alberto Dalla Chiesa era sempre attento al rigore delle sue caserme ma anche al lato umano con cui aiutava i cittadini siciliani, fu davvero fondamentale il suo apporto e la sua collaborazione con la commissione antimafia. Fu Dalla Chiesa a introdurre, come riporta la Treccani, le schede dei mafiosi, che avevano il compito di porre l'accento anche sui legami familiari e d'affiliazione che servivano per comprendere i legami tra i criminali che l'uomo era chiamato a debellare. A questo riguardo, durante un incontro alla commissione antimafia del 1962 riportato dal sito dei carabinieri, il militare disse: "Vorrei mostrare una scheda, che io ho preparato per la mia legione, per tutti i miei collaboratori, dedicata proprio ai mafiosi o indiziati tali.(...) attraverso le parentele e i comparati, che valgono più delle parentele, si può avere una visione organica della famiglia, della genealogia, più che un'anagrafe dei mafiosi. Quest'ultima è limitata al personaggio; la genealogia di ciascun mafioso ci porta invece a stabilire chi ha sposato il figlio del mafioso, con chi si è imparentato, chi ha tenuto a battesimo, chi lo ha avuto come compare di matrimonio; e tutto questo è mafia, è propaggine mafiosa (...) è molto più efficace seguire i mafiosi così, cioè non attraverso la scheda solita del ministero dell'Interno, ma da vicino, attraverso i figli, attraverso i coniugi dei figli, attraverso le provenienze, le zone dalle quali provengono, perché anche le zone d'influenza hanno la loro importanza".

Si occupò anche della realizzazione di una speciale planimetria di Palermo, che poneva l'accento sui luoghi importanti per le famiglie mafiose. Nel 1973 Dalla Chiesa ottiene la promozione a generale e svolge un ruolo importante anche alla lotta al terrorismo e alle Brigate Rosse, soprattutto per quanto riguardava il sequestro del sostituto procuratore di Genova, Mario Sossi: la difficile trattativa per la liberazione dell'uomo portò Dalla Chiesa a cercare di contrastare il terrorismo di sinistra attraverso il Nucleo speciale di polizia giudiziaria. Sempre attento e sempre integerrimo, Carlo Alberto Dalla Chiesa continuò a combattere contro la mafia in Sicilia, in una Regione sempre più devastata dalla criminalità, in cui gli omicidi aumentarono a dismisura.

Il generale fu sempre in prima linea nella lotta: questo, naturalmente, lo rese un bersaglio per i criminali che vedevano in questo uomo integro un grande ostacolo al proprio successo. La sera del 3 settembre 1982, mentre era in macchina con la seconda moglie Emanuela Setti Carraro, Carlo Alberto Dalla Chiesa venne affiancato da un commando di Cosa Nostra. Sul corpo del militare e di sua moglie vengono sparate trenta pallottole di kalashnikov che uccidono i due.

Nello stesso attentato muore anche Domenico Russo, agente della scorta.

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