«Giorni Anomali» un pop rock che piace anche a Povia

Davide Grol

«Ma sai, la libertà a volte chiede il conto...». In una strofa dell'ultimo singolo (Tra un istante è giorno) che celebra il loro decennale si trova la cifra dei Giorni Anomali. Nativi di Viterbo, dove rappresentano un fenomeno di costume, amati fino nella regione del Donbass, dove hanno suonato «sotto l'assedio» davanti a 20mila persone. «Trecento concerti trascorsi così: passare in un attimo da cinquanta a migliaia sottopalco per poi tornare nei piccoli club e ripartire ancora...», racconta il frontman Federico Meli. Un gruppo sui generis, per quanto nello stile di un rock italiano «di scuola»: «Abbiamo un poliziotto, un ex militante ultras, per dirne solo due, e nei testi abbiamo sempre affrontato i temi senza chiederci cosa potesse andare bene a chi». Ribellisti e comunitari ma anche cantori di un amore fuori dai cliché  e pronti a stringere sodalizi differenti, come quello con Povia.

 Con questo pedigree lo stile Off per i Giorni Anomali è una medaglia: «Non ci siamo mai regolati. Questo non ha pagato tra i buonisti ma ha rappresentato il raggiungimento del traguardo che mi ero posto da ragazzino». Quale? «Diventare l'ascoltatore dei miei testi...».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica