
AllaNatale diventano temi al calor bianco. Il gesto più innocuo viene visto da alcuni come una possibile provocazione verso l'Islam, o almeno verso i suoi elementi integralisti. E poco importa se un pontefice come Francesco apre il giubileo anche ai musulmani. Quello a cui si pensa è la necessità di blindare, proteggere. Nella migliore delle ipotesi. Per altri invece diventa necessario annacquare le idee, negare la tradizione, invocare quella laicità che verso l'Islam non si invoca. E diventa un tema caldo anche quello di Giovanna d'Arco che ieri, in forma di opera verdiana, ha aperto la stagione della Scala, e che, da anni ma ancor di più negli ultimi tempi, caratterizza come riferimento ideale le campagne politiche di Marine Le Pen in Francia.Chi fosse la Giovanna d'Arco (1412-1431) storica importa poco. Questa santa ragazzina che combatteva per il re di Francia contro il re d'Inghilterra, spinta da una serie di visioni mistiche (per altro passate al vaglio dei teologi dell'epoca), riuscì a ribaltare le sorti di una guerra e pagò con la vita, col supplizio atroce del rogo, il fatto di esserci riuscita. Viveva in un'epoca in cui il moderno concetto di nazione non esisteva, viveva in un epoca in cui non esisteva integralismo religioso perché la religione permeava la vita di tutti senza soluzione di continuità. Difficilmente la si potrebbe definire pazza nel senso corrente, non fosse altro che per il suo carisma e per la lucidità delle sue scelte durante un processo feroce e di parte (non per i criteri di oggi, ma per quelli dell'epoca in cui fu celebrato).Oggi diventa per tutti un'altra cosa. Per Marine Le Pen è un simbolo della Nazione francese. Difende la Francia, senza se e senza ma, e per questo è un modello. E in questo la Le Pen riprende una tradizione d'oltralpe che si è rafforzata nei secoli ed è diventata fortissima nell'Ottocento. Per la Le Pen, sulla scia del padre Jean-Marie, quella che conta è una Giovanna d'Arco tutta Francia, così come appare nel mito. Quasi che avesse perpetuamente davanti agli occhi la statua dorata realizzata da Emmanuel Fremiet, nel 1874, e che sta in Place des Pyramides a Parigi. Più che la santa cristiana, la santa di Francia. Per citare la leader del Front National: «Commemorare le vicende di Giovanna d'Arco non è solo celebrare una vittoria, commemorare Giovanna d'Arco è difendere la nostra comunità nazionale, è celebrare la Nazione».Verdi e il suo librettista, Temistocle Solera, non la videro molto diversamente. La loro Giovanna era una eroina che combatteva per la libertà dei popoli, un tema che funzionava benissimo nell'Italia del Risorgimento. E poco gli importava della congruenza storica. Si muovevano nel solco del mito, modificandolo alla bisogna, rendendolo meno francese e dandogli una spruzzata romantica e sensuale.Per i registi dell'allestimento Scaligero, Moshe Leiser e Patrice Caurier, non rappresenta invece alcuna di queste cose. L'hanno trasformata in una donna borghese dell'ottocento malata di isteria. Hanno detto: «Sarebbe stato banale presentare la protagonista come una eroina positiva che si sacrifica per la Francia. Se lo avessimo fatto avremmo condiviso la linea di Marine Le Pen, che ogni anno organizza una manifestazione a Parigi sotto la sua statua». Hanno spinto sui temi della lotta di religione per attualizzare: «Tutto ciò che si racconta è politico e la religione, ieri con l'inquisizione, oggi con la Jihad, è sempre la stessa e ammette i massacri nel nome della fede». O ancora: «La storia di Giovanna e del Jihad hanno tante affinità... e noi sentiamo la responsabilità di raccontare questa storia di follia, questo desiderio di sangue per la glorificazione di Dio». È una lettura, per carità, a Giovanna d'Arco hanno fatto di tutto. E del resto, vedendolo, l'allestimento scaligero sembra più neutro delle parole dei registi. A spettacolo finito però hanno rincarato la dose, facendo riferimento anche alla vittoria del Front National alle elezioni di domenica. «Attenzione perché questa icona, se male interpretata può essere pericolosa» ha commentato Moshe Leiser. «La Giovanna d'Arco in Francia - ha spiegato - è il simbolo del Fronte nazionale che ieri ha vinto. È impossibile metterla in scena e pensare che i suoi siano valori positivi. Sono valori sbagliati».
Comunque, è curioso che qualunque mito, tanto più se cristiano, debba essere riletto in negativo. O perché lede l'identità degli altri (non si sa perché) o per dimostrare che è violento come i terroristi degli altri (anche se non c'entra molto).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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