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Il gladiatore, un film pieno di errori e anacronismi

Il gladiatore è un film diventato una vera e propria pietra miliare del cinema degli anni Duemila, ma nonostante questo la pellicola con Russell Crowe è davvero piena di errori

Il gladiatore, un film pieno di errori e anacronismi

Il gladiatore è il film diretto nel 2000 da Ridley Scott e diventato un vero e proprio cult, che andrà in onda questa sera alle 21.21 su Canale 5. Tratto dal romanzo Those about to die di Daniel P. Mannix, il film ha portato l'attore australiano Russell Crowe alla vittoria dell'Oscar come miglior attore protagonista proprio per la sua interpretazione di Massimo Decimo Meridio.

Il gladiatore, la trama

Massimo Decimo Meridio è un vero e proprio eroe di guerra e nell'esercito romano del 180 d.C. viene ritenuto una sorta di leggenda. Proprio per questo l'imperatore Marco Aurelio (Richard Harris), ormai in fin di vita, decide di nominare il soldato come proprio successore. Una decisione che non piace al figlio dell'imperatore, Commodo (Joaquin Phoenix): capriccioso, crudele e immaturo, il ragazzo decide di ordire un complotto per uccidere il padre e, successivamente, dà l'ordine di sterminare Massimo e tutta la sua famiglia. Meridio riesce in qualche modo a sfuggire alla sua condanna a morte: con le immagini della sua famiglia distrutta, l'uomo accetta suo malgrado di essere venduto come schiavo e diventare un gladiatore. Le sue doti di combattimento, così come la sua intelligenza, lo rendono molto famoso nel mondo delle lotte nelle arene e quando si preannuncia la possibilità di lottare a Roma, nel Colosseo, Massimo Decimo Meridio vede la possibilità di potersi vendicare di colui che gli ha distrutto la vita.

Un cult pieno di errori e anacronismi

Il gladiatore è diventato in breve tempo un vero e proprio cult cinematografico, un film che sembra essere senza tempo e destinato a durare per sempre nell'immaginario collettivo degli spettatori. Questo, unito anche ai tanti riconoscimenti ottenuti dagli Academy Awards, ha fatto sì che il film di Ridley Scott avesse una popolarità estrema, in grado di raggiungere milioni e milioni di spettatori. Ciò, però, ha avuto anche un altro risvolto della medaglia: con un pubblico tanto vasto sono stati anche molti quelli che hanno notato gli errori e gli anacronismi di cui il film è zeppo. Va da sé che un film come Il gladiatore non ha l'ambizione ad essere un minuzioso resoconto storico di una data epoca. La pellicola si concentra più sul percorso di un uomo e sul suo desiderio di vendetta, piuttosto che sulla precisione dei dati storici. Quindi nessuno si indigna più di tanto sulle modifiche fatte intorno a personaggi realmente esistiti come Commodo o al modo in cui viene descritto il personaggio di Massimo Decimo Meridio, personaggio di fantasia che molto deve ad altri personaggi realmente esistiti, come Spartacus.

Detto questo, però, alcune ingenuità del film sono così palesi e è ovvio che venga da chiedersi come mai nessuno, in fase di produzione, le abbia notate. Basti pensare alla frase che è un po' il simbolo della pellicola: quando il personaggio di Massimo Decimo Meridio si trova a combattere all'inizio della pellicola, il suo grido recita: "Al mio segnale, scatenate l'inferno!". Il gladiatore, però, è ambientato in una Roma pre-cristiana, dove il concetto di inferno non esisteva. Come sottolinea You Movies, sarebbe stato più corretto parlare di Inferi e Tartaro. Un errore simile a quello che si nota quando i personaggi parlano dei combattimenti all'interno del Colosseo. Solo che all'epoca dei fatti, come ricorda Style, il luogo simbolo della capitale si sarebbe dovuto chiamare Anfiteatro Flavio o Anfiteatro Massimo. Inoltre il personaggio del gladiatore viene chiamato spesso con l'epiteto Ispanico, a causa della sua provenienza spagnola. Ma, ancora una volta, la Spagna non esisteva all'epoca dei fatti, quindi al massimo si sarebbe potuto usare il termine iberico. Anche il titolo di generale, con cui all'inizio viene chiamato Massimo, è in realtà sbagliato: il termine non esisteva ancora e al massimo il soldato avrebbe avuto il titolo di Legato.

Al di là di questi errori - come il fatto che, tra le armi usate, non avrebbe potuto esserci la balestra, dal momento che essa cominciò a diffondersi solo nel Medioevo - ci sono anche delle disattenzioni in fase di post-produzione piuttosto gravi. Ad esempio, in una delle scene iniziali, in cui il protagonista è chiamato nella tenda dell'Imperatore, si può benissimo vedere un uomo che indossa dei jeans. Allo stesso modo, in una delle scene in cui il pubblico mostra il suo favore al protagonista, si può vedere una persona della troupe che indossa jeans e t-shirt che ha in mano una telecamera.

Sempre tra gli spalti dell'arena è possibile vedere anche delle bottiglie di plastica, decisamente anacronistiche.

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