Il (grande) diario di Severino Cesari va allo Strega

Si rincorrono le voci sempre più insistenti su una sua candidatura

Il (grande) diario di Severino Cesari va allo Strega

Con molta cura, romanzo di Severino Cesari, al Premio Strega? Mentre alcuni scrittori, come Giancarlo De Cataldo, chiedono che il Premio sia dato per statuto a Cesari, si rincorrono le voci sempre più insistenti su una sua candidatura da parte di Rizzoli (insomma è ufficioso, anche se non ufficiale...). Quel che è certo è che Severino Cesari, morto lo scorso ottobre, per anni direttore editoriale della collana «Stile Libero» di Einaudi con Paolo Repetti, ha scritto un romanzo che sta conquistando sempre più lettori, i quali avevano seguito il suo libro in fieri scritto su Facebook durante la sua malattia. Proprio su queste pagine, nel 2016 avevamo parlato della bacheca Facebook di Cesari come del «miglior romanzo italiano del 2015». Perché Cesari ha compiuto il miracolo di trasformare la pagina di un social - dai più usato come vetrina autoreferenziale - per raccontare il proprio percorso di malato inconsciamente terminale. Senza alcun auto-vittimismo, ma con la (in)sicurezza che ogni suo scritto era un donare se stesso agli altri: cercare di far comprendere che non c'è mai bisogno di forzare la nostra immaginazione, perché è la nostra vita ciò a cui non riusciamo a credere.

Malgrado il suo sentirsi spesso come il «legno storto» di memoria kantiana (Kant scrive che «da un legno così storto come quello di cui è fatto l'uomo, non si può costruire nulla di perfettamente dritto»), ci ha chiesto di cercare di essere come il cedro che profuma anche l'ascia che lo abbatte. Per questo Con molta cura, lontano da ogni buonismo, dialoga direttamente con il lettore: Cesari non pretende di farci comprendere la vita, non la capiremo mai, altrimenti il mondo sarebbe migliore già in questo istante, ma ci invita a ripensare a un'esistenza che diamo per scontata. Nulla è scontato, anche in questo romanzo destinato a rimanere a lungo impresso nella mente del lettore: perché più che parole vi troviamo le impronte digitali dell'anima di un uomo che della correttezza e dell'onestà non ha fatto la propria bandiera, ma il proprio credo. In Con molta cura troverete l'anima nuda di chi vuole restare umano: malgrado tutto, malgrado tutti.

Soprattutto il vero miracolo del libro è che tra le sue pagine ci sentiamo a casa. Perché Cesari ci fa capire, come scriveva Robert Musil, che «abbiamo una seconda casa dove ogni cosa che facciamo è innocente». Questa casa è tra le pagine di questo libro.

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