Gualazzi: «Io, jazzofilo ricordo Nick la Rocca»

Antonio Lodetti

Con la sua melodia semplice e diretta e i suoi ritmi coloriti, il singolo L'estate di John Wayne è già in testa alle classifiche digitali ed è uno dei brani più trasmessi dalle radio. Si presenta quindi alla critica e al pubblico sicuro del successo del suo nuovo album Love Life Peace (presentato ieri al Blue Note di Milano con una conferenza stampa e un doppio concerto) Raphael Gualazzi, che si definisce «un jazzofilo» ma che stavolta spiazza mescolando gli stili più diversi. Nell'album c'è anche un divertente incontro tra pop e sapori latini nel crescendo di Buena fortuna, il pezzo inciso in duetto con Malika Ayane.

«La musica oggi in Italia sta attraversando un periodo particolare, simile al Manierismo nell'arte. Ci sono cose intramontabili, come i film di Fellini, come Amarcord, di cui in passato ho rivisitato la colonna sonora. Ci sono elementi della nostra cultura che non saranno mai attaccati dalla globalizzazione. Per questo sperimento partendo dal passato, cercando di legarlo strettamente all'attualità», dice Gualazzi. Il miglior esempio di questa ricerca è il travolgente divertissement di Mondello Beach, che sposa la tradizione popolare siciliana e il jazz di New Orleans con un cantato parte in italiano, parte in inglese e parte in dialetto siciliano. «Ho voluto creare un trait d'union tra la Sicilia e New Orleans per ricordare che il primo disco jazz fu inciso da un siciliano, Nick La Rocca. Insieme a Lorenzo Vizzini, che ha scritto la parte dialettale, abbiamo buttato giù alcuni pensieri per non dimenticare che le cose più preziose te le trovi accanto». Mentre lavorava al nuovo progetto, Gualazzi ha iniziato a riarrangiare brani di altri autori: faranno parte di un altro disco? «Ho l'esigenza di sentire la musica vicino a me, e quando il brano esce dalla mia anima favorisce il senso di appartenenza. Questo cd è nato quando il produttore Matteo Buzzanca mi ha proposto la bozza di un brano senza titolo - che poi è diventato Splende il mattino - ma ricco di energia. Ma riarrangiare un brano altrui vuol dire entrare nell'intimità delle strutture armoniche ed espressive di un altro artista. Quindi sono due progetti che viaggiano paralleli».

Scatenato nell'esibizione di ieri con la sua band, che intercala brani dai ritmi sostenuti come Lotta Things alla pensosità di ballate pop soul come All Alone,

Gualazzi pregusta il tour teatrale che partirà il 18 novembre da Bergamo. «Dal vivo mi divertirò molto. Varieremo parecchio la struttura dei brani allungandoli, creando nuovi assolo: mi sembra naturale per un jazzofilo».

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