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La guerra dei mondi, le due serie tv a confronto

La guerra dei mondi è un classico della fantascienza. Due serie tv si sono susseguite di recente, una della BBC e una della Fox, ecco come sono e quale vi consigliamo

La guerra dei mondi, le due serie tv a confronto

Nel giro di pochi mesi sono uscite due serie tv basate sul romanzo fantascientifico di H. G. Wells "La guerra dei mondi". La storia raccontata in questo libro ha avuto delle illustri trasposizioni: la trasmissione radiofonica di Orson Welles nel 1938, la cui enfasi nel raccontare venne presa molto sul serio dal pubblico ascoltatore tanto da riversarsi per le strade in preda al panico per lo sbarco degli alieni sulla terra; un film del 1953, che vinse l’oscar per i migliori effetti speciali, ed uno del 2005 diretto da Steven Spielberg, di cui furono protagonisti Tom Cruise e Dakota Fanning. Ora, a fine 2019, due serie tv: la prima targata BBC, la seconda prodotta da Fox e Canal+, entrambe su Sky e Now Tv. Trama pressoché identica, visto che si basano sullo stesso romanzo, ma con caratteristiche decisamente diverse.

La guerra dei mondi, la versione della BBC

Siamo in Inghilterra, all’inizio del ventesimo secolo. Una voce femminile ci presenta quello che sta per accadere alla Terra attraverso le stesse parole del romanzo di H. G. Wells. I protagonisti sono George ed Amy, una coppia felicemente innamorata, ma non sposata, che vive a Woking, la cui convivenza nella tranquilla città della campagna inglese desta clamore. Improvvisamente dal cielo la caduta di alcuni meteoriti, ma ben presto questi si mostrano per quello che sono: macchinari alieni portatori di morte, pronti ad evolversi nei famosi tripodi.

L’avanzata degli alieni distruggere case e uccide persone, finendo così per dividere i due amanti, portando quindi la serie tv a concentrarsi principalmente su Amy e su di un futuro post apocalittico. La guerra dei mondi della BBC si sviluppa in tre puntate, sicuramente più fedeli al romanzo di H. G. Wells rispetto alle altre trasposizioni, anche se, in definitiva, meno coinvolgenti. Il tempo a disposizione non è sufficiente, sia per il racconto dell’invasione, sia per la soluzione al problema alieno, aspetto quest’ultimo che anche nel film di Spielberg viene comunque risolto in breve.

Gli interpreti principali di questa serie tv sono Eleanor Tomlinson (Amy) vista al cinema con i film Colette e Il cacciatore di giganti, e Rafe Spall (George) visto in Men in Black: International e La grande scommessa. Altro nome noto è quello di Robert Carlyle, attore inglese conosciuto per Francis “Franco” Begbie in Trainspotting, qui nel ruolo dello scienziato Ogilvy. Tutti personaggi positivi che accompagnano lo spettatore durante la piacevole visione di questo racconto fantascientifico ambientato nel passato, ma che non conducono a quella paura che invece abbiamo provato quando furono protagonisti Tom Cruise e Dakota Fanning. Peccato perché i tripodi e la “fanteria” aliena sono stati riproposti con un’interessante resa.

War of the Worlds, la versione della Fox

Catherine Durand, ricercatrice dell’Institut de Radioastronomie Millimétrique situato nelle alpi francesi, durante la sua routine quotidiana capta un segnale che cambierà per sempre l’umanità. La paura dell’ignoto fa inizialmente sperare che si tratti di una stella, ma i dati sono inequivocabili: è la risposta di una forma di vita intelligente ed extraterrestre. La serie tv si alterna poi con un’ambientazione inglese incentrata sul professor Bill Ward, interpretato da Gabriel Byrne. Ward è un neurobiologo ed è il primo a rendersi conto di quello che sta per accadere con lo sbarco degli alieni, una particolarità rispetto alle precedenti versioni de La guerra dei mondi che ha che fare proprio con il suo ambito di specializzazione. Nella sua fuga dall’attacco alieno si ricongiunge con l’ex moglie Helen, interpretata dal secondo nome di spicco di questa serie tv, Elizabeth McGover.Terzo punto di vista degli avvenimenti è dato da Kariem, un immigrato in fuga dal campo profughi di Calais, con un racconto di sopravvivenza che confluirà poi in quello di altri personaggi. Arriviamo così ad Emily, ragazza non vedente, in fuga insieme alla madre ed al fratello, la cui storia, oltre ad intrecciarsi con quella di Karim, risulta importante in relazione alla sua disabilità: l’avvento degli alieni le consentirà di acquisire capacità inaspettate.

In questa occasione, il “distaccamento” alieno sulla Terra assume una forma poco convincente, con sembianze canine-robot che incutono meno timore rispetto alle precedenti. Tuttavia, a differenza della versione inglese, la serie tv della Fox è migliore sotto altri aspetti. Essendo composta da più episodi - otto, l’ultimo in arrivo il 23 dicembre prossimo - ha tutto il tempo per approfondire personaggi, trama, risvolti esistenziali e soprattutto dare spazio alla tensione che merita La guerra dei mondi, elementi che invece non abbiamo visto nella gemella inglese.

Grandi aspettative erano riposte in Gabriel Byrne, attore noto per aver preso parte al film I soliti sospetti, ma in questa serie finisce per essere un “normale” interprete senza distinguersi in particolari scene, stesso discorso per Elizabeth McGovern. È la storia in sé, la coralità dei diversi personaggi e la paura tipica di questo classico della fantascienza che tengono alta la tensione in vista della fine.

Quale delle due serie tv vedere?

Due diverse chiavi di lettura per uno dei racconti più noti della fantascienza. In entrambi i casi viene riproposta la medesima morale di base con parole simili: queste forme di vita ostili non si comportano in modo diverso da quanto fatto dall’umanità nel corso della sua storia. E questo era un passaggio inevitabile per tutte e due. La versione targata BBC si risolve in tre episodi che non approfondisce alcuni aspetti su cui era meglio soffermarsi, ciò nonostante risulta nel complesso piacevole per i suoi costumi e l’ambientazione. La serie tv della Fox invece si sviluppa non solo in più paesi, cosa fino ad ora mai fatta, ma si fa carico anche di raccontare più punti di vista, tutti egualmente interessanti.

Nel dubbio, visto che si tratta sempre di miniserie tv, è consigliata la visione di ambedue i titoli, così da poter apprezzare le rispettive differenze, per un racconto che, nonostante le molte trasposizioni, mantiene sempre un certo fascino.

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