Olga MascoloLucy In the Sky With Diamonds in ascensore. Lovely Rita al banco della frutta. Finché non vi chiedono di togliervi le cuffie, di smettere di ascoltare i Beatles. Da Natale si possono ascoltare i baronetti inglesi in streaming musicale sulle piattaforme tipo Spotify e Deezer (e da febbraio in Italia anche con Tim music). Ci abbiamo guadagnato? Claudio Guidetti, produttore musicale italiano e compositore, demiurgo-collaboratore di Eros Ramazzotti (è sua Più bella cosa), storce il naso. «Lo streaming mi dà l'impressione che la musica non abbia nessun valore, che sia usa e getta». La prova. Andiamo nel suo studio di registrazione di via Cadore, a Milano, e ascoltiamo Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band così come venne registrato ad Abbey Road nel 1966-67. Guidetti ci fa ascoltare i file multitraccia: sentiamo l'orchestra separata dalla voce di Ringo, le stonature (sì, le stonature) di Paul McCartney, di Lennon, di Harrison e poi l'armonia dell'insieme. I respiri, le bacchette che cadono.
La qualità audio è l'eccellenza di uno studio di registrazione. Un'esperienza unica. La musica prende corpo: è un lavoro, è consistente. Guidetti ha ragione. Ma tutto sommato abbiamo ragione anche noi: lo streaming è un ottimo accompagnamento alla vita. A Day In a Life in metro.Con Guidetti prove di streaming
È meglio ascoltare i brani in cuffia o sul classico impianto stereo?
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