Cultura e Spettacoli

"Ho cominciato col teatro e ora faccio informazione. Come? Controcorrente"

Dallo spettacolo al talk show, dal "Fatto" a Rete4 Ecco. il volto nuovo delle news di casa Mediaset

"Ho cominciato col teatro e ora faccio informazione. Come? Controcorrente"

Di certo ha la battuta pronta. Anni di teatro e cinema, uniti alla formazione giornalistica, si possono esplicitare anche in un unico momento, quasi simbolico. Quando il professor Galli con una critica acida («Se avessi saputo che la trasmissione era così non avrei accettato l'invito») poteva compromettere il debutto del suo nuovo programma «Controcorrente», Veronica Gentili ha risposto a tono e rimesso la barca sulla scia. Ci mancherebbe, è il minimo sindacale per un conduttore, ma quando ti affidano il tuo primo talk di prime time e sei una delle poche giornaliste in onda d'estate, l'emozione può giocare brutti scherzi.

Insomma, per Veronica Gentili, questa è proprio un'estate infuocata: è in video tutte le sere su Rete 4 con «Stasera Italia News» alle 20,30 oltre che in prima serata al lunedì con «Controcorrente».

Dunque, Veronica, non è stata un debutto semplice.

«Credo che il professor Galli si sia sentito offeso per il fatto di essere messo nel mucchio degli scienziati ma lungi da noi non riconoscere il suo valore. Al di là dell'episodio, in questi casi non ci si può lasciare demotivare: se ti cade il castello di carte mentre sei in diretta è finita; anche se resti turbata, devi reagire con prontezza senza mostrare le tue emozioni».

Il tuo passato da attrice ti aiuta?

«Sì, certo. Ma non solo: è importante anche la capacità di ascolto. È come se avessi le antenne sempre dritte, sto attenta alle parole degli altri. Il teatro e il cinema ti insegnano la padronanza fisica, il controllo della voce e delle emozioni, ti aiutano a crearti una corazza, a camuffare momenti di incertezza, a essere presente sul palco, pronto a interagire».

Comunque, la prima puntata del nuovo talk estivo era carica di animi agitati e anche di esperimenti come sfide, squadre, processi...

«Sì, appunto, è un esperimento, per cercare un modo diverso di fare un talk. Tra l'altro, organizzato con rapidità per non lasciare l'estate senza informazione in un momento così importante. Abbiamo fatto dei test come mostrare allo spettatore i meccanismi stessi della comunicazione, ad esempio lo scontro tra media e scienza. Nelle prossime settimane lo metteremo a punto e sceglieremo quali dei molti elementi introdotti lasciare e quali togliere».

Temerario ricorrere al titolo «Controcorrente» di montanelliana memoria

«Tutto il rispetto per il grande direttore: per me controcorrente significa non aderire al pensiero unico, non dare giudizi a priori, garantire la pluralità dei punti di vista, dare pari dignità alle idee».

Nel tuo dna convivono due mondi: l'arte, derivata da tua madre, Netta Vespignani (pittrice e gallerista) e la televisione, derivata da tuo padre (Giuseppe Gentili, dirigente Rai). Li hai abbracciati tutte e due per poi virare sulla seconda, perché non restare nel mondo dorato della recitazione?

«Da piccola, a 4 anni, ho deciso che avrei fatto l'attrice, mi sono diplomata all'Accademia d'arte drammatica, ho fatto film (con Muccino, Lucarelli, Paul Haggis) e serie. Ma mi sono portata sempre dietro la passione per la lettura, la politica, l'informazione: a un certo punto sentivo che mi mancava qualcosa e mi è venuto naturale approcciarmi ai giornali, alla radio e poi alla tv».

C'è chi si stupisce che una persona che ha criticato fortemente Berlusconi sia stata scelta come conduttrice nelle reti da lui fondate.

«Sono polemiche strumentali. A cui mi sono abituata da tempo. Le prime volte ci rimani male, poi ci si fa il callo. Sai che succedono perché hai visibilità. Quelle critiche a cui si fa riferimento erano politiche, e non personali, ed erano contestuali a un momento storico preciso e al ruolo che avevo di giovane blogger per il Fatto quotidiano. Poi nella vita si evolve, si fanno percorsi lavorativi diversi ma non per questo non si rimane fedeli alle proprie idee. E, comunque, se i vertici Mediaset mi hanno scelta e non si sono posti questi problemi, non vedo perché se li debbano porre altri».

E perché la scelta è ricaduta su di te?

«Forse anche per la mia visione della vita, per arricchire le proposte al pubblico. È avvenuto tutto in modo naturale. Mediaset è un'azienda molto più pragmatica di quanti si immagini: va avanti chi funziona. Avevo partecipato come opinionista ad alcune trasmissioni de La7 e poi di Rete 4: qui mi ha notata Mauro Crippa, direttore generale informazione Mediaset, che ha voluto provarmi in conduzione a Stasera Italia Weekend. E da lì è stato un crescendo».

E, ora, sei nel team delle presentatrici di punta Mediaset, anche se i talk di prima serata restano appannaggio dei colleghi maschi.

«Intanto mi sono alzata dalla scrivania (posizione tipica dei conduttori nei programmi di access prime time) e sto in piedi nello studio come nei talk serali. Ed è un passo avanti per le donne in generale. Le trasformazioni avvengono nei fatti. Ma non c'è da preoccuparsi, con i tacchi alti faccio fatica a stare dietro alla velocità dei miei colleghi».

Da settembre, per la stagione invernale, guiderai anche un nuovo programma su Italia 1, intitolato «Buoni o cattivi».

«Sarà una trasmissione di interviste e reportage. Un esperimento. Mi piace molto l'idea di andare a scavare nelle storie delle persone».

Il futuro è solo giornalismo o potresti tornare alla prima passione?

«Mai dire mai. Ora mi piace tantissimo quello che faccio in cui si compongono tutte le Veroniche che sono. Se mi dovessero offrire un film da protagonista o un tour teatrale importante potrei anche pensarci».

Ma tu sei veramente così forte come appari?

«Mio padre mi ha sempre detto La tua fragilità è la tua forza, io tengo il mio mondo interiore, con tutte le sue debolezze, dentro di me e lo apro solo alle persone più care.

Non lo offro certo in pasto al tritacarne del gossip».

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