"I Croods", famiglia preistorica che parla alle famiglie di oggi

Padre conservatore, madre saggia, figlia ribelle figlio bamboccione: anche un cartone animato può illustrare (divertendo) i conflitti generazionali

"I Croods", famiglia preistorica che parla alle famiglie di oggi

La suggestione è intrigante. E se anche nell'Età della Pietra i problemi per un capofamiglia fossero gli stessi dei nostri giorni? Certo, detta così ti vengono in mente subito I Flintstones, però sarebbe fare un torto a I Croods, pellicola certamente molto più complessa della serie televisiva, ma non per questo meno divertente. Tanto che Jeffrey Katzenberg vi si è giocato quasi tutto affidando la regia al Chris Sanders di Lilo & Stitch e Dragon Trainer, forte di una sceneggiatura decisamente ironica su cui ha messo le mani, per le prime bozze, anche l'ex Monty Python, John Cleese. Insomma, roba forte.
I Croods, che arriverà nelle sale italiane il 21 marzo (è la prima volta che una pellicola DreamWorks viene distribuita da 20th Century Fox), segue le dinamiche di un nucleo familiare vissuto milioni di anni fa. C'è un padre conservatore (Grug) che professa che «la paura fa bene e il cambiamento no», una madre che più di una volta si dimostra la più saggia in famiglia, una figlia teenager ribelle (Hip), un figlio di nove anni per così dire poco reattivo, una piccolina tosta e dai denti affilati, una suocera esuberante che ama tormentare il genero. Dulcis in fundo, un giovane che manderà in crisi gli equilibri del povero Grug. Quindi, né più né meno di ciò che accade in tante famiglie dei giorni nostri, dove i padri si scontrano con i figli che chiedono semplicemente di vivere invece che sopravvivere e le madri sono quotidianamente impegnate, come ambasciatrici, a ricucire gli strappi prima che diventino insanabili. È sullo scontro generazionale tra Grug e Hip che viene costruito il film. Lei, perennemente intollerante, non vuol saperne di accettare le regole e dorme in disparte, metafora del moderno «me ne vado via di casa». Lui, che parla un linguaggio differente (la famosa generazione che non capisce), è troppo impegnato a preoccuparsi di trovare cibo e un rifugio sicuro per i suoi cari (vi dice qualcosa il «pensi solo al lavoro»?).

Del resto, da che mondo è mondo i giovani vogliono sperimentare e cambiare lo stato delle cose, mentre i genitori sono conservatori e, forse, anche un po' impauriti dall'incerto. E poi, gli opposti caratterialmente si attraggono, si sa, ma è vero anche il contrario sui simili che finiscono per scontrarsi. A causa di un cataclisma, i Croods devono improvvisamente lasciare i luoghi che per loro rappresentavano una sicurezza (non è colpa della crisi economica ma un pensiero a chi fa le valigie per trovare speranze altrove, ti viene) e marciare verso l'ignoto. Ed è qui che Grug, lontano dai suoi schemi, anche mentali, si trova improvvisamente in difficoltà, incapace di tener fede a quel ruolo di padre padrone (delle situazioni) assunto fino a quel momento. Per fortuna, sulla loro strada incrociano Guy, un giovanotto brillante e creativo che con le sue scoperte (il fuoco e le scarpe, tanto per citarne un paio) conquisterà tutti i Croods, in particolare la palpitante d'amore Hip, salvandoli da situazioni scabrose. Immaginate, perciò, la reazione di Grug, improvvisamente delegittimato dal proprio ruolo di leader e perdente, agli occhi della figlia, nel paragone con il genietto in erba.

Insomma, una crisi di mezza età bella e buona per un uomo che si sente inadeguato, vecchio, superato. Vi suona familiare? Ovviamente, è un cartone animato ed è facile intuire che tutto questo servirà, alla fine, per gettare le basi di un happy end quasi telefonato. Però, rispetto a tanti film di animazione, qui si riscontrano, tutti insieme, alcuni interessanti tratti. Prima di tutto, il 3D vale il prezzo del biglietto e non è solo un pretesto per far pagare più euro. Secondariamente, ci è capitato di rado di sentir ridere, all'unisono, una platea di adulti e bambini; vuol dire che la pellicola funziona, indipendentemente dall'età degli spettatori. Terzo, i personaggi sono tutti azzeccati.

Quarto, questo è un cartone animato che ti fa riflettere, interrogare e, soprattutto, ti spinge al confronto. Perché se sei un genitore, potresti trovare, indirettamente, tanti buoni consigli per migliorare. E se sei figlio, anche qualcuno in più. La chiamano, non a caso, la magia del cinema.

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