I Modà si scatenano dopo il lockdown. "Abbiamo una voglia matta di concerti"

«Buona fortuna» rinnova il suono della band con esperimenti elettronici

I Modà si scatenano dopo il lockdown. "Abbiamo una voglia matta di concerti"

Hanno corso, fatto sport, accudito ai figli, c'è chi perfino ha raggiunto il peso forma perdendo quaranta chili dai tempi degli esordi (Claudio Dirani, mai sfidare un batterista) e, inutile dirlo, hanno resistito chiusi in casa. Come tutti noi, in quest'epoca sballata dove la musica ti chiede di uscire e saltare e invece devi sottostare a regole fatte di numeri e accessori sanitari.

A due anni dall'album Testa o croce i Modà tornano dal 12 novembre sulla scena discografica con un Ep composto di sei canzoni e una promessa. Quest'ultima risiede nel titolo, Buona fortuna (Parte prima): ti dice che oltre a un sano augurio collettivo per tempi migliori ci sarà un sequel, nuove canzoni e un tour, al via il 2 maggio da Milano, Forum di Assago, recupero dovuto e voluto di quelle date che dovevano essere il Testa o Croce Tour. Intanto c'è il disco, dove nella ricetta pop-rock che i Modà non intendono abbandonare («il nostro sound ce lo teniamo stretto, chi insegue trend senza genuinità rimedia solo figuracce») affiorano per la prima volta cose di elettronica: «Si tratta di contaminazioni più che altro spiega Kekko Silvestre, voce cantante e penna compositiva della band milanese La verità è che avevamo tempo per sperimentare, dato che eravamo chiusi in casa. Ma le canzoni sono nate tutte prima del lockdown. E per fortuna, aggiungo: perché durante il lockdown non ho scritto una riga. Emanavo tristezza e l'avrei trasferita alla gente».

La voglia di live che hanno i Modà è evidente nell'avvio dell'album, con il brano Comincia lo show, fatto su misura per luci calde e volume alto. Suoni chiari e lingua tagliente: «Me la prendo sarcasticamente con i leoni da tastiera. spiega Kekko Perché il web è diventato una discarica a cielo aperto, dove tante persone sfogano frustrazioni. A me gli haters non fanno né caldo né freddo, ma penso a mia mamma: lei i social li bazzica e quando legge i pochi commenti cattivi in mezzo ai tanti positivi, ci rimane male. La scintilla per questa canzone me l'hanno data quegli alieni che riescono a mettere non mi piace' perfino sotto quei video dove gli attivisti salvano e accudiscono animali feriti o abbandonati. Ma che problema hanno queste persone?». Giudicare in incognito è un colpo basso, ma se si chiede a Kekko Silvestre lui risponde così: «Io non riesco a giudicare nessuno e punto, tanto meno i colleghi. Ecco perché non mi vedrete mai nei panni di giudice in un talent».

La sua kiplinghiana If, Kekko la intitola Non ti mancherà il mare: «Cerco di dare consigli a mia figlia su come amare davvero la vita e, soprattutto, evitare gli errori che ho commesso io».

Struggente è invece il brano Scusa se non lo ricordo più, sull'Alzheimer: «L'ispirazione mi venne da un'intervista di Lino Banfi: parlava della moglie malata. Quando lei gli chiese: cosa succederà quando non mi ricorderò più di te', lui le rispose Vorrà dire che ci ripresenteremo'. Non c'è null'altro da dire per spiegare l'amore».

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